Mondo

Vertici Ue, ora la favorita per la Commissione è la leader di un Paese senza euro

Continua la partita sulle nomine dei vertici europei dopo la fumata nera nel Consiglio Ue di ieri. Eliminati dalla corsa gli Spitzenkandidaten, ora si punterebbe ad una candidatura croata per la guida della Commissione

Vertici Ue, ora la favorita per la Commissione è la leader di un Paese senza euro

Dopo la fumata nera alla riunione del Consiglio europeo di ieri tutto è rimandato al prossimo 30 giugno per cercare un’intesa sulle nomine dei vertici Ue.

Per ora l’unica cosa certa, secondo fonti del quotidiano tedesco Handelsblatt, è che i tre principali Spitzenkandidaten, cioè i candidati di punta dei partiti che siedono a Strasburgo, sono stati esclusi dalla corsa a palazzo Berlaymont. Non è stata trovata una maggioranza, infatti, sui nomi del popolare Manfred Weber, della liberale Margrethe Vestager e del socialista Frans Timmermans, al quale potrebbe andare, invece, il ruolo di Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza.

La diplomazia, però, resta al lavoro per trovare una soluzione che sia il più possibile condivisa. "Vogliamo una soluzione comune con il Parlamento europeo e non vogliamo una crisi in nessuna circostanza", ha chiarito la cancelliera tedesca, Angela Merkel. Per questo il vertice di domenica prossima, secondo fonti di Bruxelles, andrà avanti ad oltranza. L’obiettivo è quello di giungere ad un accordo prima del 2 luglio, data in cui si insedierà il nuovo Europarlamento. Questo, spiegano da Bruxelles, per offrire ai deputati che dovranno approvare la nomina del presidente della Commissione "una visione d'insieme".

Eliminati gli Spitzenkandidaten, secondo le indiscrezioni che arrivano dall’Eliseo, in lizza per i posti chiave sarebbero rimaste una “decina di personalità”, a partire dalla presidente croata Kolinda Grabar, che però si troverebbe a guidare la Commissione Ue da capo di uno Stato che non ha ancora adottato la moneta unica. Tra i nomi che circolano per succedere a Jean-Claude Juncker c’è anche quello del premier croato Andrej Plenkovic e del francese Michel Barnier, del PPE, sostenuto da Emmanuel Macron e dai Paesi del gruppo di Visegrad. Ma un accordo sul capo dei negoziatori della Brexit è improbabile visto che, come spiega Libero, con Barnier alla guida della Commissione Berlino potrebbe ottenere la presidenza della Bce per il numero uno della Bundesbank, Jens Weidmann. Un’eventualità che molti, compresa Roma, non vedono di buon occhio.

Nel risiko delle nomine, quindi, prendono piede anche quella del premier olandese Mark Rutte per palazzo Berlaymont e di quello belga Charles Michel per il Consiglio Ue. La verde Ska Keller potrebbe essere candidata, invece, a presiedere l’emiciclo. Il governo italiano, in questa fase della trattativa, resta marginale. “Il nostro candidato è quello che sarà pronto a cambiare le regole”, ha commentato il premier Giuseppe Conte a margine del vertice, mentre l’esecutivo gialloverde è impegnato in queste ore nel braccio di ferro con Bruxelles per evitare la procedura di infrazione per debito.

Ai 28 restano quindi un paio di settimane per trovare la quadra e scegliere un candidato che, come ha ricordato il presidente uscente del Consiglio europeo, Donald Tusk, possa rispecchiare la "diversità dell'Unione”.

Commenti