Mondo

Le violenze dei poliziotti francesi sui migranti minorenni

Va in giro per l'Europa a fare la morale, ma è il primo a non rispettare i diritti umani, specie dei minorenni: le foto e i video che lo incastrano

Agostino Loffredi - Oxfam Italia
Agostino Loffredi - Oxfam Italia

Nel giorno del vertice bilaterale tra Macron e Conte a Parigi, un nuovo rapporto scuote il governo francese. Un rapporto che mette in luce la violenza e i maltrattamenti operati dalla polizia francese ai danni dei migranti minorenni non accompagnati, parliamo anche di ragazzini di 12 anni, spesso vittime di abusi, detenzioni e respingimenti illegali verso l'Italia.

Teatro delle violenze è la frontiera di Ventimiglia. Nel dossier dal titolo "Se questa è Europa", diffuso oggi da Oxfam, Diaconia Valdese e Asgi, organizzazione che lavorano a Ventimiglia per prestare soccorso ai migranti bloccati in città, emergono le testimonianze dei migranti che ogni giorno provano ad attraversare la frontiera.

Nel rapporto si legge che l'intervento ormai di prassi della polizia francese comporta, prima ancora del respingimento in Italia, in violazione delle norme europee e francesi, il fermo dei minori, spesso la loro registrazione come maggiorenni, la falsificazione delle dichiarazioni sulla loro volontà di tornare indietro, la loro detenzione senza acqua, cibo o coperte, senza la possibilità di poter parlare con un tutore legale. I ragazzi raccontano anche di essere stati vittime di riprovevoli abusi verbali o fisici: il taglio delle suole delle scarpe e il furto di carte Sim (Il video con le testimonianze dei minori respinti).

“I poliziotti francesi infieriscono…è anche questo che è inaccettabile…oltre a respingerli illegalmente, senza metter in atto nessuna delle garanzie pur previste dalla legge, li scherniscono, li maltrattano…a molti hanno tagliato la suola delle scarpe, prima di rimandarli in Italia", racconta Chiara Romagno, responsabile per Oxfam del programma OpenEurope a Ventimiglia.

In molti vengono costretti a tornare fino a Ventimiglia a piedi, lungo una strada priva di marciapiede, con qualunque condizione atmosferica. Qualche esempio? Una giovanissima donna eritrea è stata costretta a farlo sotto il sole cocente, portando in braccio il suo bambino nato da soli 40 giorni.

Tra le testimonianze raccolte ci sono quelle di T., 15 anni, che denuncia: "Ho provato stamattina a passare. Eravamo in due, ci hanno fatto scendere dal treno strattonandoci e urlando, poi ci hanno spinti in un furgone nel parcheggio della stazione. Ci hanno dato un foglio (refus d’entrèe, NdA) dentro al furgone e ci hanno rimessi su un treno che tornava in Italia, senza spiegarci nulla".

Insomma, un rapporto che, dopo le dichiarazioni di cinismo nei confronti del governo italiano sul caso Aquarius, aggrava ancor di più la situazione della Francia. Macron, che non si è scusato con il nostro paese, non ha fatto nemmeno autocritica sulle politiche migratorie d'Oltralpe. Nessun pentimento sui respingimenti operati dalla Gendarmeria. La verità è che Parigi, in tema di accoglienza, non può dare lezioni a nessuno, men che meno all'Italia.

Non ci sono solo le violenze della Gendarmie infatti. Se prendiamo in esame il rispetto delle quote di migranti che la Francia si era impegnata ad accogliere nell'ambito dei ricollocamenti Ue emerge che dal 2015 a oggi Parigi dei 9.816 che dovevano essere ricollocati in tre anni ne ha accolti solo 640. Sul fronte dei respingimenti la musica non cambia, anzi peggiora. Dal 1 gennaio al 31 maggio ha respinto alle frontiere 10.249 persone, comprese donne e bambini disabili, in pratica quasi 70 al giorno. E se nel 2016 i respingimenti verso l'Italia erano stati 37mila, nel 2017 sono aumentati fino a circa 45mila.

Insomma, il governo Macron ha inasprito a dismisura le politiche restrittive nei confronti dei migranti, però va in giro a fare prediche. Basti citare le violenze e le vessazioni fatte dagli agenti francesi a Ventimiglia, una su tutte la donna incinta che venne sbattuta giù di forza da un treno che l'avrebbe portata a Mentone. Mano dura anche contro i minorenni extracomunitari che, in teoria, dovrebbero essere affidati ai servizi sociali francesi. Invece questo non succede spesso, in barba alle leggi. Tanto che il tribunale di Nizza, nell'aprile scorso, ha condannato l'espulsione di un minorenne di origine africana criticando Parigi per aver pestato le norme sui principi umanitari e a tutela dei diritti dell'infanzia. Non solo, secondo le Ong che lavorano al confine di Ventimiglia, la Francia avrebbe sistematicamente falsificato i documenti per far diventare maggiorenni i minorenni in modo tale da rispedirli nel nostro paese (Guarda la gallery sulle condizioni dei migranti).

Per non parlare dei porti poi. La linea di Macron è tranchant: sono chiusi e così devono restare. Lo spiegò chiaramente il vicesindaco di Marsiglia Dominique Tian: "No all'apertura del nostro porto alle navi umanitarie che soccorrono i migranti nel Mediterraneo, se ogni settimana facessimo entrare navi con centinaia se non migliaia di migranti saremmo nell'incapacità totale di alloggiare queste persone. Perché una volta sbarcate, queste persone bisogna alloggiarle, ma non abbiamo i mezzi, non possiamo accogliere dei migranti in queste condizioni".

Macron dovrebbe poi ricordarsi anche di Bardonecchia e di quell'incursione in un centro di accoglienza italiano e in territorio italiano scortando un migrante e obbligandolo a sottoporsi all'esame delle urine o di quel respingimento senza cuore di una donna incinta e affetta da un linfoma, morta qualche settimana dopo in un ospedale di Torino dopo aver partorito.

Commenti