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Usa, la sinistra vuole revocare le medaglie al 7° cavalleggeri

La senatrice candidata alle primarie del partito democratico ha presentato un disegno di legge nel quale chiede di revocare le medaglie ai 20 soldati del 7° cavalleggeri, autori del massacro di Wounded Knee

Usa, la sinistra vuole revocare le medaglie al 7° cavalleggeri

La senatrice democratica Elizabeth Warren, candidata alla Casa Bianca tra i volti più noti della sinistra liberal americana, ha presentato un disegno di legge, il "Remove the Stain Act", in cui chiede di revocare le medaglie ai venti soldati del leggendario 7th Cavalry Regiment, il 7º cavalleggeri dell'esercito statunitense a cui è stata attribuito il massacro di Wounded Knee. Qui, nell'omonima località del South Dakota, il 29 dicembre 1890 oltre 300 Sioux, compresi donne, vecchi e bambini, catturati il giorno precedente dopo essere fuggiti dalla riserva di Pine Ridge, furono massacrati proprio dagli uomini del 7° cavalleggeri. Tra il febbraio e il maggio 1973, come ricorda la Treccani, la località fu occupata con le armi da alcuni militanti dell’American Indian movement, che rivendicavano dal governo statunitense una revisione dei trattati di pace con gli autoctoni e un miglioramento delle loro condizioni di vita.

Massacro che viene ricordato nella storia americana in brani come Big Foot di Johnny Cash o American Ghost Dance dei Red Hot Chili Peppers, così come in molte pellicole cinematografiche. Una ferita ancora aperta. In occasione della campagna militare del 1890 in cui avvenne il massacro, vennero insigniti venti soldati che vi avevano partecipato della medaglia d'onore, la massima onorificenza conferita dall'esercito degli Stati Uniti. Onorificenza che ora la senatrice Elizabeth Warren - chiamata dal Presidente Donald Trump "Pocahontas" per le sue origini - vuole revocare attraverso un disegno di legge: proposta che fa seguito a un disegno di legge analogo presentato alla Camera a giugno dal deputato Denny Heck. La proposta della signora senatrice è co-sponsorizzata dai senatori Jeff Merkley e Ron Wyden dell'Oregon, Kamala Harris della California e Patrick Leahy e Bernie Sanders del Vermont e ha il sostegno di diverse tribù di nativi americani. Sempre a giugno, nove discendenti dei sopravvissuti al massacro si sono recati al Campidoglio per promuovere il Remove the Stain Act.

"Gli orribili atti di violenza contro centinaia di uomini, donne e bambini del Lakota a Wounded Knee dovrebbero essere condannati, non celebrati con le medaglie d'onore", ha sottolineato Elizabeth Warren in una nota diffusa mercoledì dal suo portavoce. "Il Remove the Stain Act riconosce un evento profondamente vergognoso nella storia degli Stati Uniti, ed è per questo che mi unisco ai miei colleghi della Camera in questo sforzo per promuovere la giustizia e fare un passo verso la correzione dei torti contro i nativi". Lo scorso anno, la senatrice del partito democratico, già economista presso l'Università di Harvard, ha reso noti i risultati del test del Dna a cui si era precedentemente sottoposta e che evidenziano come tra i suoi geni vi siano tracce di antenati nativi americani. L'annuncio ufficiale dei risultati del test genetico fu affidato ad un video, in cui si può vedere la senatrice tornare a Norman in Oklahoma, suo paese natale, per farsi raccontare dai suoi fratelli maggiori la storia della loro famiglia e delle loro radici native.

Tuttavia, la notizia si è presto rivelata un boomerang per la senatrice e ha sollevato numerose critiche - oltre che dai sostenitori di Trump - anche da parte delle associazioni per i diritti degli indiani d'America, che hanno trovato di cattivo gusto il fatto che una persona bianca possa far leva sulle sue ipotetiche ascendenze native anche quando queste sono in quantità irrisoria.

Questo l'ha portata a doversi scusare più volte: l'ultima lo scorso agosto, quando si è scusata davanti alla platea del Forum dei nativi americani.

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