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Zuckerberg scrive a Trump: "Non rimpatriare gli immigrati"

Il fondatore di Facebook scrive al presidente Trump per chiedergli di non espellere i figli degli immigrati irregolari che vivono negli Usa: "Conseguenze molto gravi anche sul Pil"

Zuckerberg scrive a Trump: "Non rimpatriare gli immigrati"

Nelle prossime ore Donald Trump deciderà cosa fare sul programma (voluto da Obama) per proteggere i diritti degli immigrati che vivono e lavorano negli Stati Uniti e che sono stati portati illegalmente nel Paese quando erano bambini. Si chiama Deferred Action for Childhood Arrivals (Daca) e Trump lo dovrebbe interrompere (o comunque limitare), nonostante il forte pressing esercitato sulla Casa Bianca da una una lettera firmata da 300 top manager americani, tra i quali Mark Zuckerberg (Facebook), Jeff Bezos (Amazon) e Tim Cook (Apple). A chi chiedeva al presidente se i cosiddetti Dreamers (le persone che ne verrebero colpite) devono preoccuparsi, Trump ha messo le mani avanti: "Amo i Dreamers. Amiamo tutti". Segno che non li manderà via? Staremo a vedere.

Nella lettera Zuckerberg e gli altri manager scrivono a Trump chiedendogli di mantenere in vigore il Daca. Usano più che altro motivazioni economiche: gli Usa perderebbero centinaia di miliardi di dollari se i lavoratori e gli studenti attualmente protetti dal provvedimento fossero oggetto di espulsione. Si stima, infatti, che circa 800.000 sarebbero espulse dagli States.

"La nostra economia perderebbe 460,3 miliardi di dollari di Pil e 24,6 miliardi di contributi" vari, si legge nella missiva pubblicata sul sito FWD.us, un gruppo di pressione dedicato alla riforma dell’immigrazione fondato dal ceo di Facebook.

"Io sto con i Dreamers, le persone giovani portate nel nostro Paese dai loro genitori", ha scritto Zuckerberg in un post sul social network aggiungendo: "Abbiamo bisogno di un governo che protegge i Dreamers" perché "quelle giovani persone rappresentano il futuro della nostra nazione e della nostra economia".

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