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Monti: "Che monotonia il posto fisso"

Doppietta televisiva per Mario Monti, ospite del Tg5 e di Matrix nella stessa sera. Il premier ribadisce: "L'articolo 18 non è un tabù e può essere pernicioso". E chiede ai giovani di abituarsi a rinunciare al posto fisso: "E' bello cambiare e accettare delle sfide". Sulle privatizzazioni: "Non sono una priorità". Poi promette: "Nel 2013 chiudo la parentesi politica". Sullo spread: "Deve scendere e scenderà ancora"

Monti: "Che monotonia il posto fisso"

Mario Monti, lo stesso che alla sua nomina aveva detto che non sarebbe apparso spesso in tv, appare per la prima volta sulle reti Mediaset, prima al Tg5 e poi a Matrix, dove ha accettato di rispondere alle domande di Vinci, ma ha rifiutato di partecipare al talk show vero e proprio. Al centro delle interviste, l'operato del governo a tutto tondo, dagli esiti della manovra alle riforme allo studio per far ripartire la crescita.

E in particolare si è concentrato sulla riforma del lavoro, che "ha la finalità principale di ridurre il terribile apartheid che esiste nel mercato del lavoro tra chi per caso o per età è già dentro e chi giovane fa terribile fatica ad entrare o entra in condizioni precarie". Il premier ha aggiunto che "c'é una perfetta corrispondenza tra l'agenda italiana e quello che si è detto nei giorni scorsi in sede europea: il problema della disoccupazione giovanile è presente in almeno otto o nove paesi Ue".

Sotto i riflettori dell'esecutivo ci sono proprio i giovani che devono abituarsi "all'idea di non avere più il posto fisso a vita. Che monotonia. E' bello cambiare e accettare delle sfide". È questo probabilmente uno dei motivi per cui il governo, nonostante prometta un dialogo con i sindacati, continua a ripetere che l'articolo 18 non è un tabù", ma che "può essere pernicioso per lo sviluppo dell'Italia".

Oggi lo spread tra Bund e Btp è finalmente sceso sotto i 400 punti base, ma Mario Monti non sembra soddisfatto: "Non è un obiettivo raggiunto: deve scendere e scenderà ancora", ha detto precisando però che "la tendenza è decrescente: siamo scesi di 200 punti rispetto a novembre". Il premier si è detto inoltre sorpreso per la "serenità" con la quale gli italiani affrontano i sacrifici richiesti. Monti ha anche difeso il suo lavoro e smentito l'ipotesi di aver favorito i poteri forti: "Da anni l'Europa ci chiedeva interventi nel campo dell'energia, ed in particolare sull'Eni che ha accettato la separazione tra la proprietà del gas e la distribuzione. Si tratta di un interesse che certo non è debole però il governo si è impegnato e trattando con l'Eni ha trovato comprensione e quindi ci sarà la separazione".

Per quanto riguarda le prossime mosse del governo, Monti ha assicurato che le privatizzazioni sono "una possibilità" e non "una priorità": "Occorreva prima dare prova che sappiamo fare e accettare una politica di vero contenimento del disavanzo, poi ci sarà spazio per un’operazione sul capitale. Ma l’Italia dispone di un importante capitale pubblico, ma soprattutto di un capitale umano non abbastanza valorizzato. Il nostro sforzo, attraverso una maggiore concorrenza e merito, è quello di valorizzare di più il capitale umano". In particolare però sulle liberalizzazioni il Professore ha sottolineato: "Se prevarranno le resistenze corporative gli italiani sappiano che i tassi di interesse non solo non scendono ma ritorneranno verso l'alto".

L'esecutivo, inoltre, non ha nessuna intenzione di mettere mano a riforme che spettano solo al Parlamento, come la cittadinanza ai figli di immigrati nati in Italia, la legge elettorale, la riduzione dei parlamentari e tutte le "questioni importanti di etica, di bioetica".

Il presidente del Consiglio ha ricordato che il vincolo del debito "non è stato preso ieri ma un anno fa. Certamente è severo ma non impossibile se saremo capaci - noi e tutti i governi che si susseguiranno - di tornare a far crescere di più l’Italia".

La parola d'ordine del 2012, insomma, è sempre la stessa: crescita. E grazie all'ultimo accordo raggiunto in Ue "non sarà più un omaggio verbale ma diventerà il cuore della politica europea dei prossimi mesi. L’accordo è importante perchè consolida e cristallizza, e rende definitiva, l’adesione alla disciplina di bilancio. Un bene per tutti quanti in Europa perchè nel 2003 furono Germania e Francia a mettere in discussione quella disciplina". Monti ha sottolineato che per l’italia "non ci sono appesantimenti rispetto a quanto accettato l’anno scorso con l’obbligo di rientro, ma l’accordo permetterà ai titolari della disciplina, la Germania o la Bce, di sentirsi più rilassati nella politica monetaria dei prossimi mesi".

Sul piano della politica interna, Monti ha commentato i malumori da parte del Pdl: "Sono normali in una parte politica che non è più direttamente al governo. Trovo che l’appoggio che Berlusconi dà al governo è fondamentale come quello del Pd e del Terzo polo. Venendo da colui che era presidente del Consiglio è particolarmente significativo". Del resto il premier ha assicurato che "se faremo cose sbagliate, mi aspetto che saremo invitati ad andarcene ed ovviamente ce ne andremo". E in serata ha raccontato che proprio al suo predecessore deve il suo interessamento alla politica: "Se mi sono avvicinato alla cosa pubblica è perché nel 1994 Berlusconi, appena nominato presidente del Consiglio mi ha chiesto se volevo fare il commissario europeo".

Oltre che della situazione dell'Italia, Monti ha parlato anche della sua, ribadendo che la politica non è il suo campo e che alla fine del mandato tornerà a fare il Professore: "Non so nel marzo 2013, o quando sarà, che ricordo avrò. Ma so che sarà una parentesi chiusa e che il ricordo sarà positivo se l’Italia sarà in una posizione migliore rispetto a oggi.

Penso che ce la faremo".

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