Politica

Monti pronto al bis: "Se serve torno". L'ira di Bersani: "Andiamo al voto"

Il Prof fugge dalle urne ma apre: "Se ci dovessero essere circostanze speciali, prenderò la proposta in considerazione". Casini entusiasta, il Pd si innervosisce

Il presidente del Consiglio Mario Monti non si candiderà alle prossime elezioni, ma è pronto a dare una mano se dopo il voto ve ne fosse la necessità. Il Prof lo ha spiegato durante un incontro a New York al Council on Foreign Relations, a margine dell’Assemblea generale dell’Onu."Non mi presenterò alle elezioni, non ce n’è bisogno perché sono senatore a vita - ha fatto sapere il premier - ma sarò là e, se si creeranno circostanze per cui potrò dare un aiuto dopo le elezioni, non precludo nulla".

Continua a ripeterlo. Eppure le voci di un eventuale Monti bis sono sulla bocca di tutti. Il premier fa di tutto pur di smentire i rumor che lo vogliono nuovamente a Palazzo Chigi, anche se il suo è un dire e non dire. Un po' troppo sibillino. Anche oggi ha fatto sapere che, "se ci dovessero essere circostanze speciali" e gli verrà chiesto, sarebbe pronto a prendere "la proposta in considerazione". Ricordando che Silvio Berlusconi è colui che lo ha nominato commissario europeo ed è presidente del maggiore dei tre partiti che appoggiano il governo, Monti ha spiegato che non può ancora assicurare se il Cavaliere deciderà di correre alle prossime elezioni politiche. Tuttavia, il premier valuta l'ipotesi "normale". Poi, in serata, precisa: "E' spirito di servizio, ma voglio restare fuori dagli schieramenti".

L'ipotesi di un Monti bis ha subito galvanizzato i centristi che da mesi stanno lavorando per prolungare la permanenza del professore a Palazzo Chigi. "Le liste che presenteremo alle elezioni chiederanno agli italiani di richiamare Monti in servizio effettivo permanente dopo le elezioni", ha subito fatto sapere il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini precisando, però, che Monti non è patrimonio della sua lista o del suo partito: "Questa sarebbe un’appropriazione indebita".

Sul tema ha parlato anche Silvio Berlusconi che, a margine della presentazione del libro di Renato Brunetta, ha detto: "Ma come si fa a rispondere... Ci sono le elezioni e ancora non sappiamo con quale legge elettorale".

Diversa la reazione di Bersani. "Non possiamo passare da un’eccezione all’altra, se qualcuno pensa di prenotare, rendendole inutili, le prossime elezioni, nel senso che il giorno dopo io devo fare una maggioranza con Berlusconi o Grillo... io mi riposo, non intendo farlo", ha detto il segretario democratico. Che poi ha aggiunto che "in tutta Europa si fano le elezioni per decidere quale partito o quale maggioranza deve governare. Quel che manca al paese è una maggioranza coesa su un programma serio, perché anche la politica sa fare le riforme, io ne ho fatte anche di più secche" di queste.

Insomma, per Bersani "la nostra idea è che il centrosinistra debba dire al mondo, non solo all’Italia, che l’immagine di rigore e credibilità che Monti ha offerto per noi è un punto di non ritorno, ma ci metteremo dentro più lavoro più equità, più diritti. Questa è nostra intenzione". Tuttavia, il leader del Pd ha spiegato che "Monti può ancora fare del bene al paese. Se a me dicono che Monti è una grande personalità, certamente per il bene dell’Italia non è il caso che vada in pensione, che torni alla Bocconi.

Se mi dicono che quella persona dovrà ancora dare una mano al paese francamente ci vado a nozze perché abbiamo fatto di tutto per madare a casa Berlusconi e avere Monti, chi più di noi può dirlo! Prima di tutto il paese, al di là dell’interesse del partito, abbiamo contribuito ad allestire la transizione".

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