Economia

Moody's: ripresa mondiale modesta

L’agenzia di valutazione ritiene che lo scenario macroeconomico globale più probabile per il 2010 e il 2011 sia quello di una ripresa modesta. La crescita italiana è vista tra lo 0,5% e l’1,5% quest’anno e tra l’1 e il 2% l’anno prossimo

Milano - L’agenzia di valutazione Moody’s ritiene che lo scenario macroeconomico globale più probabile per il 2010 e il 2011 sia quello di una ripresa modesta. La crescita italiana è vista tra lo 0,5% e l’1,5% quest’anno e tra l’1 e il 2% l’anno prossimo. I livelli di crescita attesi per l’Italia, si legge in uno studio della società, sono tra l’altro i più contenuti tra quelli delle economie prese in considerazione. Alle spalle cioè, quest’anno, di Francia, Giappone e Regno Unito (1-2%), Germania (1,2-2,2%). Mentre a guidare la volata è la Cina (+8,5%-9,5%). Anche l’anno prossimo la crescita italiana appare come quella più limitata tra i 18 paesi esaminati, assieme solo al Giappone.

Lo scenario dell’economia globale per il prossimo biennio, secondo Moody’s, è insomma di ripresa, ma non forte e comunque caratterizzata da disoccupazione e deficit di bilancio. Tale lento recupero sarà caratterizzato tra l’altro da ritmi non omogenei nelle varie aree. «Nella maggior parte delle economie avanzate, il recupero sarà fragile a causa di numerose turbolenze, in particolare quelle connesse alle sfide per il rischio sovrano» afferma Pierre Cailletau, direttore generale di Moody’s. Le prospettive sull’economia sono quindi intrecciate a quelle sull’andamento dei rating sovrani. La combinazione di bassi livelli di attività e una crescita tendenziale in calo in molte regioni avranno un impatto importante sul credito. Il mondo, nota poi Moody’s, ha più o meno tacitamente optato per la stabilità finanziaria a scapito della vitalità economica. E questo renderà impegnativo far rientrare il debito pubblico.

Moody’s identifica in particolare tre rischi principali per la ripresa: un’uscita disordinata dei diversi governi dalle politiche di stimolo messe in atto, con un brusco aumento dei tassi di interesse a lungo termine o un forte riallineamento dei cambi; le istituzioni finanziarie potrebbero non ricostruire le ’scortè patrimoniali a una velocità sufficiente per far fronte alle rimanenti minacce economiche e finanziarie; ci potrebbe essere infine un calo inatteso nella dinamica di crescita della Cina. 

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