Festival di Sanremo

Angelina Mango vola all'Eurovision. Finisce l'era Amadeus e si spegne il caso Geolier

La giovane artista si prende l'Ariston nell'ultima edizione targata Amadeus-Fiorello. Com'è andata l'ultima serata

Angelina Mango vola all'Eurovision. Finisce l'era Amadeus e si spegne il caso Geolier

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Angelina Mango vola all'Eurovision. Finisce l'era Amadeus e si spegne il caso Geolier

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Allora il 74esimo Festival incorona Angelina Mango. Sarà lei ad avere il nome nella storia e a rappresentare l’Italia all’Eurovision Song Contest di Malmoe in Svezia. Prima della proclamazione era stata decretata la cinquina finale: Ghali, Angelina Mango, Annalisa, Irama e Geolier. Non è andata granché per Fred De Palma che entra nel “Club degli ultimi a Sanremo” ma è difficile che abbia lo stesso successo altri famosi ultimi, da Zucchero a Tananai. Risultato al di sotto delle attese per qualcuno (forse Mahmood, sofisticatissimo) e davvero ingeneroso per i Negramaro soltanto al diciannovesimo posto con la canzone “perfetta”. Di certo si è “spenta” la questione Geolier, che è arrivato secondo, non perde un grammo del proprio potenziale ma evita le possibili polemiche nei prossimi giorni. Tanto rumore per nulla.

Intanto si conclude la (prima) era di Amadeus al Festival. Il suo Sanremo finisce qui e l’ha già comunicato alla Rai. È arrivato quasi al 70 per cento di share, ha rinnovato il rito italiano più popolare, è sopravvissuto a polemiche, critiche, successi stratosferici. Ma ora basta. “Sono stati cinque anni meravigliosi”, ha detto sul palco intorno alle 2 e mezza dopo la proclamazione della vincitrice. Ha chiuso il ciclo con una serata tecnicamente così perfetta da essere addirittura in anticipo sui tempi. Roberto Bolle a petto nudo ha scatenato i social, Angelina Mango è caduta sul palco (“Meno male non era una gara di sci”, ha twittato subito dopo con una faccina divertita e un peperoncino) e Fiorello è tornato Fiorello per la prima volta quest’anno nel ruolo ufficiale di co-conduttore. Quando ha dovuto “intrattenere” l’Ariston in attesa del verdetto è stato un mattatore totale perché ha improvvisato proprio come si faceva ai tempo dell’avanspettacolo di Totò, Macario e Dapporto. Anche queste sono chicche. Quando c’è un fuoriclasse, si viaggia più tranquilli.

La lezione di questo festival? I super ospiti alla Travolta sono ormai inutili. E anche l’innamoramento per i monologhi è destinato a durare poco visto che i temi sociali possono essere spalmati tra i contenuti delle canzoni e le partecipazioni dirette dei protagonisti come quella della madre di Giò Giò Cutolo (che finora ha smentito una proposta di FdI per candidarsi alle Europee).

In sostanza, nell’era Amadeus il format del Festival della Canzone è stato rimesso a nuovo e ora appare davvero competitivo anche per le sfide con le piattaforme e l’on demand. Al di là di tutte le polemiche fugaci che durano lo spazio di un Festival, questo è il dato che interessa di più alla Rai. Che ora ha il compito più difficile: trovare un presentatore che non abbia troppo da perdere per sostituire Amadeus e che abbia le spalle abbastanza robuste per sopportare l’eventuale battuta d’arresto negli ascolti.

Non è facile.

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