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Sputò e si soffiò il naso sulla videomaker: condannato il cantante Marilyn Manson

Marilyn Manson è stato condannato a venti ore di lavori socialmente utili per i vergognosi atti compiuti contro una videomaker durante un concerto del 2019

Sputò e si soffiò il naso sulla videomaker: condannato il cantante Marilyn Manson

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Sputò e si soffiò il naso sulla videomaker: condannato il cantante Marilyn Manson

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Marilyn Manson ai lavori socialmente utili per aver commesso atti vergognosi nei confronti della videomaker Susan Fountain. Il cantante, infatti, ha usato la donna per soffiarsi il naso. Un atto disgustoso e deplorevole che gli è valsa la condanna del giudice di Laconia, nello Stato del New Hampshire.

Cosa è accaduto

Il 19 agosto 2019, Marilyn Manson si stava esibendo al padiglione della Bank of New Hampshire Pavilion di Gilford quando, a un tratto, si è avvicinato alla videomaker Susan Fountain e ha sputato contro la telecamera, colpendo anche la donna con la sua saliva. Non pago, il rocker si è soffiato il naso sulle braccia e sulle mani di lei, riempiendola di muco. Un gesto vergognoso e degradante, successivamente denunciato dalla donna.

Il Dipartimento di polizia di Gilford aveva quindi emesso un mandato d'arresto nei confronti del cantante lo scorso 2021, e Manson aveva deciso di costituirsi, recandosi il mese successivo presso gli uffici della polizia di Las Vegas.

La condanna

Brian Warner, questo il vero nome del cantante, è stato condannato dal giudice del tribunale di Laconia a venti ore di lavori socialmente utili. Dovrà inoltre pagare una multa di 1.400 dollari. Non solo. Secondo quanto stabilito dal giudice, per i prossimi due anni il cantante sarà tenuto a informare la polizia locale nel caso in cui voglia nuovamente esibirsi in New Hampshire. Entro il 4 febbraio 2024, infine, dovrà dare prova di aver svolto i suoi lavori socialmente utili.

Marilyn Manson avrebbe voluto assistere all'udienza in videoconferenza, ma il giudice non glielo ha concesso, chiedendogli di presentarsi in aula. Il giudice ha definito gli atti del cantante come vergognosi, ma ha permesso al 54enne di svolgere il suo servizio alla comunità anche in California.

Lo choc sul palco

La videomaker Susan Fountain non ha partecipato in presenza al processo, preferendo lasciare una dichiarazione scritta che è stata poi letta in aula. "Sono una professionista e lavoro in questo settore da 30 anni. Ho lavorato per molte aziende e in tutti gli anni in cui ho lavorato con le persone non sono mai stata umiliata o trattata nel modo in cui mi ha trattata l'imputato", ha dichiarato la donna, come riportato dal DailyMail. "Sputarmi e soffiare il naso è stata la cosa più disgustosa che un essere umano abbia mai fatto.

Capisco che non si trattasse di una grossa accusa penale, ma spero che l'imputato possa ricevere una sentenza che lo faccia riflettere due volte prima di fare di nuovo qualcosa del genere", ha concluso.

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