Cronaca locale

Boss del clan Di Martino arrestato durante la promessa di matrimonio

I carabinieri hanno fatto irruzione nella sala consiliare, prendendo di sorpresa gli invitati

Boss del clan Di Martino arrestato durante la promessa di matrimonio

Doveva essere uno dei giorni più belli della sua vita, ma si è trasformato in un incubo per lui e per la futura moglie. Il 29enne Michele Di Martino, appartenente all’omonimo clan della camorra di Gragnano, nel Napoletano, è stato arrestato dai carabinieri in municipio mentre si apprestava a celebrare la sua promessa di matrimonio, davanti alla famiglia e agli amici. I militari hanno fatto irruzione nella sala consiliare, prendendo di sorpresa gli invitati.

Insieme a Michele Di Martino sono finite in manetta altre due persone, ritenute affiliate all’organizzazione criminale. L’operazione delle forze dell’ordine è stata inaspettata, ma alcuni dei partecipanti alla cerimonia, anch’essi ricercati dai carabinieri, sono riusciti a fuggire approfittando del caos generale. Sul posto è giunta anche un’ambulanza del 118, che ha dovuto soccorrere la sposa, la quale è svenuta al momento dell’arresto del marito.

Michele Di Martino è il fratello di Antonio, esponente di spicco del clan, considerato tra i cento latitanti più pericolosi e più ricercati d'Italia. Entrambi sono figli di Leonardo, detto "‘O Lione", considerato il reggente del gruppo criminale, finito in carcere il 5 dicembre del 2018.

I Di Martino operano particolarmente nel territorio di Gragnano. Si sono spinti negli ultimi anni anche a Pimonte, dove risiedono alcuni esponenti di spicco della famiglia. Tra queste due città dei Monti Lattari sono presenti le piantagioni di marijuana, vera fonte di guadagno della cosca. Numerose, però, sono state le operazioni di polizia per contrastare la coltivazione. Negli ultimi tempi, si starebbero anche interessando delle estorsioni. Proprio a Pimonte, però, i Di Martino devono fare i conti con gli Afeltra, che si dedicano particolarmente all’usura e anche alle estorsioni. La Dia, a riguardo, tiene sotto controllo questa organizzazione temendo lo scoppio di una faida.

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