Cronaca locale

Dagli Stati Uniti a Napoli per scoprire la storia dei nonni emigrati

Arrivata a Napoli con il marito, Diana è atterrata per la prima volta in Italia alla ricerca di informazioni sui nonni, espatriati negli Stati Uniti nel periodo della grande emigrazione italiana

Dagli Stati Uniti a Napoli per scoprire la storia dei nonni emigrati

Era il 1888 quando nacque in Italia Giuseppe Francesco Allocca e non aveva più di 7 anni quando con i genitori espatriò negli Stati Uniti d’America. Era uno dei milioni di emigranti che lasciarono il Paese in condizioni di povertà. Cresciuto a New York City, nel quartiere di Brooklyn, poi si trasferì a Boston. Si sposò nel 1911 con Annunziata Lamiano e negli Usa finì per rimanerci per tutta la sua vita. Queste sono le uniche informazioni che Diana Abramo ha sui nonni materni. Per ricostruire la loro storia è atterrata a Napoli il 13 giugno scorso con il marito. La sua prima volta in Italia, con un albero genealogico stampato su un foglio A4 pieno di punti interrogativi e la speranza di tornarsene a casa con qualche informazione in più sulle origini della sua famiglia.

“Sono venuta qui per conoscere meglio la storia della mia famiglia. Penso - aggiunge - che sia importante per tutti capire di più sui migranti. In Italia c’è un gran problema: cosa si pensa dei rifugiati. Tutti i miei nonni sono nati qui in Italia. La vita era difficile, non era possibile per tutti andare a scuola, al liceo. Dopo, tutto è diventato possibile”. I pochi documenti che ha a disposizione dicono che la nonna materna sarebbe nata vicino Napoli – non è chiaro dove - il nonno, invece, sarebbe nato a Pomigliano d’Arco, comune situato in provincia di Napoli, dove si è recata nei giorni scorsi.

“Essere qui è strano ma bellissimo. Difficile da capire, dopo molti anni di ricerca solo per conoscere il nome di questo comune. Non so oggi quanto devo aspettare, ma non importa, perché - ha affermato Diana - continuo e progredisco nella ricerca”. Il sindaco Raffaele Russo si è reso disponibile a riceverla e ha attivato immediatamente gli uffici competenti, ma la ricerca non ha sortito gli effetti desiderati: dagli archivi nessuna notizia sugli antenati di Diana. “È una caratteristica umana quella di voler cercare le proprie radici, perché sentirsi senza radici e come un albero senza radici, dopo un poco secca. Anche io farei la stessa cosa”, ha commentato il primo cittadino di Pomigliano a conclusione dell’incontro.

Pomigliano d’Arco nel 1863 avrebbe dato i natali anche al bisnonno di Diana, Luigi Allocca, morto a New York nel 1904. In Italia ebbe i suoi 4 figli, poi decise di intraprendere il viaggio della speranza che lo portò dell’altra parte dell’oceano Atlantico alla ricerca di un futuro migliore. È nel periodo della grande emigrazione italiana che Luigi Allocca lasciò l’Italia, probabilmente nel 1895. Diana non sa cosa faceva nella vita il bisnonno, non sa cosa faceva il nonno, non sa di preciso dove abitavano, se in Italia ancora ci siano dei parenti. Sono poche le informazioni che ha a disposizione. Sono pochi i documenti dell’epoca che è riuscita a reperire, uno di quelli che ha a disposizione permise al nonno di visitare l’italia nel 1920, che in seguito sarebbe diventato cittadino degli Stati Uniti d’America. “Quando andarono via dall’Italia erano poveri. Rimasero poveri per un po’”, riesce oggi a raccontare. Non fu semplice per loro integrarsi. Difficoltà che racconta anche la storia nel rievocare quel grande esodo cominciato dopo l’Unità d’Italia. E ancora oggi tanti sono i pregiudizi e le discriminazioni verso gli italiani, rivela Diana.

“La mia famiglia era povera qui in Italia, dicevano di loro che non erano ben istruiti. E quando sono arrivati negli Stati Uniti per poco tempo è stato lo stesso. Ma per i figli, nati negli Stati Uniti, è stato l’opposto: mio padre è diventato medico durante la grande depressione, mia madre è diventata social worker, e io e i miei fratelli siamo ingegnere, avvocato e psicologa. Ma questo è possibile solamente quando gli immigrati possono diventare parte della vita della nazione e avere le stesse possibilità di istruirsi degli altri”. Diana oggi vive con la famiglia a Boston, è una psicologa e vanta un’esperienza di lavoro alla Harvard University. Riesce ad esprimersi bene in italiano: “Ho imparato da sola”, dice. Da tempo conduce ricerche per conoscere le sue radici. Sperava che la visita a Napoli avesse potuto segnare una nuova fase della sua ricerca, ma è andata via dalla città con lo stesso schema stampato con cui era arrivata e la voglia invariata di continuare a cercare.

“In inglese – afferma Diana - si dice che tutti devono avere radici e ali, negli Stati Uniti è più possibile avere ali che radici”.

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