Cronaca locale

Dai 30 ai 50mila euro per un posto al Comune, in carcere anche il sindaco

Disvelato sodalizio finalizzato alla vendita di posti pubblici. Misure cautelari nei confronti di 6 indagati. In carcere sindaco di Sant’Anastasia, segretario generale del Comune, consigliere comunale e un imprenditore

A destra il sindaco di Sant'Anastasia, Raffaele Abete, a sinistra il segretario generale del Comune, Egizio Lombardi
A destra il sindaco di Sant'Anastasia, Raffaele Abete, a sinistra il segretario generale del Comune, Egizio Lombardi

Variava dai 30 ai 50 mila euro il corrispettivo da versare per assicurarsi il superamento delle prove concorsuali e l’ottenimento di un posto di lavoro al Comune. Un vero e proprio sodalizio finalizzato alla vendita di posti pubblici quello emerso dalle indagini a cui ha lavorato la Guardia di Finanza, sotto il coordinamento della procura della Repubblica di Nola. Misure cautelari personali sono state eseguite questa mattina nei confronti di 6 indagati. Sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere e corruzione.

In carcere sono finiti il sindaco del Comune di Sant’Anastasia, Raffaele Abete, il segretario generale dello stesso Comune, Egizio Lombardi, il consigliere comunale Pasquale Iorio e un imprenditore, titolare di un’agenzia di selezioni e concorsi con sede a Salerno. Il divieto di dimora in Campania è stato disposto, invece, per un’impiegata del Comune di Sant’Anastasia e per il marito, ritenuto complice della condotta corruttiva accertata.

Le indagini, partite a febbraio scorso ed eseguite dalle Fiamme gialle del gruppo di Nola, hanno permesso di fornire riscontri su due presunti casi di corruzione riguardanti due procedure concorsuali indette dal Comune di Sant’Anastasia. In un primo episodio, secondo quanto è emerso dall’attività investigativa, era stato raggiunto un accordo di compravendita con un privato che avrebbe dovuto versare 30mila euro per un posto di istruttore amministrativo. La somma, però, non è mai stata versata e nessun incarico è stato mai attribuito. In un secondo caso, invece, gli investigatori hanno appurato il versamento di 50 mila euro per ottenere un posto di istruttore direttivo contabile, quello ricoperto dall'impiegata che risulta tra gli indagati dell'inchiesta.

Il pagamento del corrispettivo pattuito, stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, avveniva in diverse tranche: un prima quota da versare prima dalla prova preselettiva, una seconda quota prima delle prova scritta e una terza prima della prova orale. Il prezzo da versare oscillava tra i 30 e i 50 mila euro, a seconda del tipo di contratto di lavoro e del tipo di lavoro da svolgere.

Attività tecniche, appostamenti e pedinamenti, insieme alle acquisizioni documentali, hanno consentito di raccogliere una mole di prove sufficienti per chiudere il cerchio intorno ai 6 indagati raggiunti oggi dalla Guardia di Finanza. Per gli inquirenti, era il sindaco a individuare il candidato avvicinabile che doveva risultare vincitore del concorso. Il segretario comunale e il titolare dell’impresa erano invece preposti ad alterare il concorso pubblico: il primo, in qualità di presidente delle commissioni esaminatrici, in sede di prove scritte e orali; il secondo, grazie alle sue competenze da esperto tecnico informatico, si occupava di truccare i test preselittivi, e per la sua agenzia di concorsi il gip presso il tribunale di Nola ha disposto il sequestro preventivo, in quanto ritenuta asservita al sodalizio, Infine, il consigliere comunale era addetto per lo più alla ricezione della somma di denaro

Ognuno aveva un ruolo ben preciso in quello che il procuratore della Repubblica di Nola, Annamaria Lucchetta, ha definito un “sistema”: “Le ipotesi corruttive registrate - ha dichiarato Lucchetta - delineano un aspetto di questo programma criminoso. Si tratta di un sistema, come definito dal gip e da questa operazione, perché in realtà questo sodalizio, dagli elementi allo stato acquisiti, ha operato anche al di fuori del comune di Sant’Anastasia, alterando altri concorsi. Un sistema sicuramente già operante prima dell’inizio delle indagini”. Quali siano gli altri Comuni coinvolti per ora non è stato chiarito: “Ci sono indagini in corso. Su questo non posso ulteriormente riferire”, ha affermato il procuratore. L’inchiesta, quindi, varca i confini di Sant’Anastasia. Questa mattina, diverse le perquisizioni eseguite e i documenti acquisiti in altri Comuni del Vesuviano.

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