Cronaca locale

Detergente biancastro nel fiume Sarno: gli sversamenti abusivi nel Napoletano

I residenti hanno girato alcune immagini del particolare fenomeno, inviando un video al consigliere regionale Borrelli, componente della commissione Sanità

 Detergente biancastro nel fiume Sarno: gli sversamenti abusivi nel Napoletano

Le pozzanghere create dalla forte pioggia delle ultime ore si sono mescolate con un composto schiumoso, probabilmente un detergente sversato in maniera abusiva da qualche azienda del territorio, a pochi metri dal fiume Sarno. Il corso d’acqua ha tracimato per il maltempo in via Ripuaria, a Castellammare di Stabia, nel Napoletano, trascinando il composto chimico fino a mare. I residenti hanno girato alcune immagini del particolare fenomeno, inviando un video al consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli, componente della commissione Sanità.

“Abbiamo trasmesso una segnalazione alla polizia municipale di Castellammare di Stabia – ha detto l’esponente politico – evidenziando in maniera circostanziata l’area interessata dallo scroscio d’acqua. Ci siamo preoccupati di chiedere un intervento tempestivo per appurare da dove proviene tale composto, in modo da sanzionare coloro che lo hanno sversato in maniera illegale”. I cittadini di Castellammare di Stabia hanno sottolineato come quel tratto di strada sia costantemente invaso dalla schiuma biancastra.

A partire dagli anni '60 il fiume Sarno è stato oggetto di numerosi studi, essendo il corso d’acqua più inquinato d'Europa. Il canale si protrae per circa 24 chilometri e attraversa il territorio di ben 38 Comuni, suddivisi tra le province di Avellino (4 chilometri), Salerno (18 chilometri), e Napoli (16 chilometri), con una popolazione di oltre 700mila abitanti, ricevendo le acque di ben 67 affluenti minori, 150 tra torrenti, pozzi e valloni, 18 vasche di compensazione e due affluenti principali, il torrente Cavaiola e il torrente Solofrana.

L'inquinamento del fiume Sarno ha tre cause principali: agricola, per l'uso di pesticidi, industriale, a causa soprattutto della lavorazione del pomodoro e per le concerie, e urbana per lo sversamento di reflui indepurati nelle acque del Sarno, che può essere diviso in tre zone. La prima è caratterizzata da acque pulite, comprende le tre sorgenti principali e si estende fino a pochi chilometri a valle, in corrispondenza del ponte di San Valentino Torio. La seconda, che termina prima dell'immissione dell'alveo comunale di Nocera, presenta un tasso d'inquinamento abbastanza elevato, dovuto soprattutto ad affluenti che portano scarichi fognari provenienti dall'area urbanizzata del Comune di Sarno e dal centro abitato di San Marzano.

L'apporto degli affluenti dell'attività conserviera, nel periodo di intensa lavorazione (agosto, settembre, ottobre), contribuisce all'inquinamento del Sarno, ma non ne costituisce la causa determinante, proprio per la marcata stagionalità dell'attività stessa. La terza comprende il tratto di fiume che va dal punto d'immissione dell'alveo di Nocera fino alla foce, posta tra Castellamare di Stabia e Torre Annunziata. Il tratto considerato presenta elevate concentrazioni di insediamenti abitativi e industriali, che costituiscono le principali cause d'inquinamento delle acque fluviali.

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