Cronaca locale

Miasmi e falda inquinata: veleni dall'ex rivendita di fitofarmaci

Dopo 24 anni accertati inquinamento di suolo e falda a acquifera a Mariglianella. Solo a gennaio era stata completata la rimozione dei rifiuti rimasti accantonati per due decenni nel sito devastato nel luglio del 1995 da un incendio

Miasmi e falda inquinata: veleni dall'ex rivendita di fitofarmaci

Bastano 5 minuti per iniziare a sentire la gola che brucia. I miasmi, invece, si impongono all’olfatto da subito, violentemente. La puzza che si leva sembra quella di benzina. Sono passati 24 anni dall’incendio che a Mariglianella, in provincia di Napoli, mandò in fumo il sito di Agrimonda, ma ciò che resta di quell’azienda che vendeva fitofarmaci e altri prodotti per l’agricoltura rappresenta ancora un “mostro” per gli abitanti della zona. Esalazioni gassose maleodoranti da mesi rendono la vita difficile ai residenti. Solo a gennaio scorso è stata completata la rimozione dei rifiuti prodotti da quella combustione che nel luglio del 1995 devastò la struttura della rivendita. Era iniziata a giugno del 2017, dopo ben 22 anni di attesa. Un intervento arrivato in ritardo, nonostante la presenza di decine di abitazioni a ridosso del sito e vasti campi dove non si è mai smesso di coltivare prodotti agricoli, raccolti e poi venduti chissà dove e chissà a chi. “Prima la sentivamo la puzza, soprattutto quando faceva caldo. Ma ora, da quando sono stati rimossi i rifiuti, è aumentata”, riferiscono i residenti, che lamentano “difficoltà respiratorie, la gola che brucia e occhi che lacrimano”.

In questo quadro già disastroso, nei giorni scorsi è arrivata la conferma di quelli che fino a una decina di giorni fa hanno rappresentato solo dei sospetti: suolo e falda acquifera sottostante sono inquinati. A sancirlo, per la prima volta in quasi due decenni e mezzo, sono stati i dati pubblicati dall’Arpac il 3 maggio scorso. Dai campioni analizzati, prelevati a gennaio scorso fino a 20 centimetri di profondità dalla superficie dove erano accantonati i rifiuti prodotti dalla combustione, sono emersi valori elevati di mercurio, di allumioni, ddt, benzene, di fitoformaci, alcuni dei quali risultano ormai banditi. “Alcuni sono molto pericolosi, come gli organofosfati, tipo il paration, che è un lontano parente del gas nervino”, spiega Salvatore De Riggi, tecnico ambientale e geologo, che sta seguendo da vicino la questione Agrimonda. “I dati – afferma - hanno dimostrato che c’è un diffuso inquinamento del top soil, cioè della porzione superficiale del suolo, e della falda acquifera. La cosa grave è che l’inquinamento è causato proprio da quei principi attivi dei fitofarmaci che Arpac ha trovato nel rifiuto, quindi è evidente che l’inquinante è passato dal cumulo alle matrici ambientali”. De Riggi sta fornendo il suo supporto professionale ai residenti della zona costituitisi in comitato. Il suo parere rispetto al problema delle esalazioni non è diverso da quello dell’Arpac.

L’Agenzia regionale per l’ambiente, nella relazione tecnica del 3 maggio scorso, parla di “rilascio di esalazioni maleodoranti verosimilmente dovuto agli stessi fitofarmaci, che con l’aumento della temperatura ambientale, associata alla tensione di vapore, tendono a volatilizzare”, e invoca per questo la bonifica, oltre che “misure idonee di messa in sicurezza di emergenza atte a eliminare il rilascio di esalazioni maleodoranti”. Per ora, però, l’unica misura di messa in sicurezza che è stata stabilita è la copertura con un telone dello spiazzale dell’ex deposito. A deciderlo è stato il tavolo tecnico convocato la settimana scorsa presso il Comune di Mariglianella. I residenti, vittime principali di questo scempio ambientale, ritengono che non basterà a contenere le esalazioni.

Ciro Tufano abita con la sua famiglia proprio di fronte al sito di Agrimonda: “La puzza è fortissima e fastidiosissima". Come presidente del comitato cittadino Ambiente e Territorio, rispetto alla decisione di installare un nuovo telo di copertura, dichiara: “Non è sicuro che il telone protegga dalle esalazioni tossiche, sarebbe un ulteriore presa in giro. Inoltre potrebbe diventare una soluzione definitiva in attesa dei finanziamenti per la bonifica”. Chi vive a ridosso del sito di Agrimonda teme che, dopo la lunga attesa per la rimozione dei rifiuti, ci vorranno decenni anche per la bonifica. I residenti si sentono un po’ tutti abbandonati dalle istituzioni e, nonostante i disagi, non hanno mai lasciato le proprie abitazioni. “Ci hanno sempre detto che potevamo stare tranquilli”, sbottano oggi. “Solo nel 2007 furono riscontrati valori elevati di benzene da centraline installate per un mese, ma furono attribuiti al transito veicolare della vicina Variante (Strada statale 7 bis)”, ricordano. Ci si chiede, a questo punto, per quale motivo sia emerso solo ora questa elevata concentrazione di sostanze tossiche nella falda acquifera. “Resta da capire se questo sia avvenuto per una cattiva gestione del progetto di rimozione del cumulo di rifiuti o se è qualcosa che va avanti da 24 anni", afferma il geologo De Riggi. Nel frattempo il sindaco di Mariglianella e il sindaco del comune limitrofo di Marigliano hanno con un’ordinanza sindacale hanno ordinato di non utilizzare l’acqua dei pozzi nel raggio di 50 metri dal sito. Ma intorno all’ex rivendita di fitofarmaci ci sono un pescheto e terreni coltivati a patate e finocchi, irrigati con quell’acqua di cui solo oggi si vieta l’utilizzo e dove si è sempre coltivato.

Sono decine le famiglie devastate da preoccupazioni, dalle incertezze e da anni di disagi. E oggi si chiedono quanto dovranno ancora sopportare per aver deciso di non andare via, quali conseguenze dovranno ancora subire. La loro idea è che già stiano pagando con la loro pelle per un rogo che, se agli atti risulta catalogato come colposo, per loro senza dubbio è stato di origine dolosa, “appiccato dalla camorra, per motivi – dicono - legati al racket delle estorsioni”. Sono una cinquantina le persone che vivono a ridosso del sito e non c’è una famiglia in cui non ci siano problemi di salute. “Qui tutti abbiamo fastidi alla lingua, alle labbra, difficoltà respiratorie. Diverse sono le persone decedute a causa del cancro”, raccontano. La correlazione di queste patologie con l’inquinamento prodotto dall’incendio di Agrimonda e dai residui rimasti accantonati per decenni nell'area esterna, non è stata accertata, ma ad oggi nemmeno può essere esclusa, perché sui residenti non sono mai stati effettuati degli screening sanitari specifici.

"Vogliamo - è l'appello di Ciro Tufano - che il nostro diritto alla salute, di cittadini che pagano le tasse in Italia, sia fatto valere, perchè è impossibile vivere in una situazione del genere".

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