Cronaca locale

"Napoletani figli del colera vi mettiamo in quarantena": lo striscione choc dei tifosi dell'Inter

Considerata a rischio sicurezza la doppia sfida di semifinale di Coppa Italia tra il Napoli e la squadra nerazzurra

"Napoletani figli del colera vi mettiamo in quarantena": lo striscione choc dei tifosi dell'Inter

Un nuovo episodio di discriminazione nei confronti del popolo napoletano ha agitato gli animi su internet. È diventata virale sui social network la foto dello striscione esposto a Milano a due passi dallo stadio San Siro. "Napoletani figli del colera vi mettiamo in quarantena", la frase incriminata, che evidenzia ancora una volta come il tifo calcistico spesso travalichi i limiti del buon vivere civile. I colori dello striscione, il nero e l’azzurro, non lasciano dubbi sugli autori del messaggio. I tifosi dell’Inter si preparano in questo modo alla doppia sfida di Coppa Italia tra la loro squadra e il Napoli, che garantisce l’accesso alla finale della competizione.

Le reazioni dei tifosi napoletani sono state di sdegno e rabbia, anche perché gli autori dello striscione hanno fatto riferimento velatamente, ironizzando, anche alla vicenda del Coronavirus, che sta allarmando il mondo intero. Il clima di tensione tra le tifoserie rende le partite di coppa ad altro rischio e per questo motivo le forze dell’ordine si stanno preparando per evitare disordini e incidenti allo stadio.

Recentemente ci sono state polemiche anche tra cittadini campani per la scelta di utilizzare alcune frasi di Massimo Troisi. Un incidente diplomatico fortuito, una provocazione o semplice campanilismo? Hanno fatto discutere le frasi scritte sulle luminarie natalizie installate nel Comune di San Giorgio a Cremano, in provincia di Napoli, che hanno provocato la reazione stizzita dei cittadini del capoluogo campano.

“Non sono napoletano, sono di San Giorgio a Cremano”, questa la scritta incriminata, una frase pronunciata anni fa dall’attore e regista Massimo Troisi, nato proprio in questo centro ai piedi del Vesuvio. Una serie di lampadine che richiamano le citazioni più importanti del compianto artista, volute fortemente dal sindaco Giorgio Zinno, che in questo modo ha, ancora una volta, reso omaggio al suo illustre concittadino.

Troisi quella frase la proferì per rimarcare la sua origine umile, di uomo di provincia, non certo per offendere Napoli e i napoletani, ma oggi il richiamo a quell’espressione ha offeso i residenti della città partenopea. Ad alzare il polverone è stato sul suo profilo social Gianni Simioli, il conduttore della trasmissione di Radio Marte “La Radiazza”, che è andato giù duro contro l’iniziativa dell’amministrazione comunale. “A San Giorgio sono diventati leghisti? Non ci sono giustificazioni. Non venite quindi a dirmi che Massimo Troisi, che l’avrà anche pronunciata, abbia mai pensato di farne una luminaria di Natale”.

I commenti al post di Simioli sono stati al vetriolo, con accuse e sberleffi agli organizzatori del Natale a San Giorgio a Cremano. Le uniche parole di affetto e di riguardo sono state rivolte proprio nei confronti di Massimo Troisi, che è stato riconosciuto da tutti come il principale esponente della nuova comicità napoletana, nata agli albori degli anni Settanta. Soprannominato “il comico dei sentimenti” o il “Pulcinella senza maschera”, è considerato uno dei maggiori interpreti nella storia del teatro e del cinema italiano.

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