Cronaca locale

Napoli, così il Comune lascia le case popolari nel degrado

A Napoli case popolari con infiltrazioni, topi e pericoli per la caduta di calcinacci. Queste sono le condizioni in cui sono costrette a vivere decine di famiglie in due edifici nel rione Luzzatti-Ascarelli

Napoli, così il Comune lascia le case popolari nel degrado

Un grosso topo stecchito è l’ultima immagine rappresentativa del degrado in cui versano alcune delle case popolari di Napoli, dove la manutenzione ormai è ridotta all’osso o addirittura assente. Il roditore è stato immortalato in una delle palazzine di via Gaetano Bruno, nel rione Luzzatti-Ascarelli, periferia orientale di Napoli. La presenza di topi non è l’unico problema con cui devono convivere gli abitanti dei palazzi. Dai due edifici dell’isolato 26 da anni si staccano pezzi di intonaco, col rischio che qualcuno possa rimanere ferito. Erosi dalle intemperie e a causa dell’incuria ultradecennale, i muri degli stabili si stanno sgretolando. Dei calcinacci rischiano di crollare da un momento all’altro.

In seguito alla caduta di intonaco da alcuni balconi, a settembre dell’anno scorso intervennero i vigili del fuoco. Delimitarono provvisoriamente una porzione dell'area esterna e chiesero l’adozione di provvedimenti urgenti “a tutela della privata e pubblica incolumità”. Il Comune di Napoli avrebbe dovuto “disporre idoneo e definitivo transennamento dell’area sottostante il dissesto” e “inibire la praticabilità di tutti i balconi e degli affacci stessa verticale”, si legge sul fonogramma dei vigili del fuoco. Ma è passato più di un anno e nulla è stato fatto. Oggi sotto quei palazzi chiunque è libero di passare. Il nastro segnaletico apposto provvisoriamente dai vigili del fuoco in attesa dei lavori di riparazione non c’è più, e la condizione dei balconi non è cambiata, se non in alcuni casi, per iniziativa dei privati. “Sono venuti i vigili del fuoco, hanno messo i sigilli, ma poi ci hanno abbandonato. I calcinacci crollano. La speranza è che nessuno si faccia male”, è l’auspicio di Maria, mamma di due bambini piccoli.

Nella maggior parte dei casi gli alloggi dell’isolato 26 sono comunali. Solo pochi condomini – ci dicono - risultano proprietari degli appartamenti. Anna vive con il marito e i tre figli piccoli in un appartamento all’ultimo piano. Il soffitto di casa sua presenta i segni che continuano a lasciare le infiltrazioni di acqua. “Vivo da 6 anni qui e ho aggiustato più di due volte a mie spese, ma non ho risolto niente, perché c’è il problema pure nella palazzina a fianco, e fino a quando non aggiustano di là, qui ci saranno sempre infiltrazioni”, racconta. Nei giorni di pioggia l’acqua finisce per gocciolare nelle scale. Il timore di Nina e di altre donne del palazzo è che l’ascensore possa diventare pericoloso: “Quando piove scorre tutto il solaio – afferma - Abbiamo paura che l’ascensore si blocchi”.

A penetrare nel palazzo non è solo l’acqua piovana. Da un tempo imprecisato, anche i liquami. La colonna fecale è rotta e continua a inondare i locali sotterranei di acqua putrida. “Sono venuti anche a fare degli accorgimenti, però il tubo perde sempre”, ha rivelato Maria. La sua idea è che i topi sbuchino anche da quei tubi che si intrecciano in una delle cantine del palazzo. “Questa situazione va avanti da anni – spiega - . Infatti qui dentro c’è un degrado perché l’inquilino si rifiuta anche di aggiustare, visto che ci saranno sempre queste mura bagnate. Io ho dovuto realizzare uno scalino, per non far entrare l’acqua nella mia cantinola”.

I condomini hanno più volte sollecitato interventi al Comune. Da tempo segnala i pericoli e i problemi degli occupanti dei due palazzi di via Gaetano Bruno il comitato civico Luzzatti-Ascarelli. Le richieste di provvedimenti risolutivi indirizzate a Palazzo San Giacomo finora però non hanno avuto alcun esito. “Nonostante siano stato messi a conoscenza della situazione, il Comune di Napoli e la Napoli Servizi, ad oggi non c’è stato nessun intervento di messa in sicurezza”, ha dichiarato il presidente del comitato, Antonio Cardone. “A parte la questione igiene, oggi i condomini dello stabile vivono disagi e pericoli per le tante infiltrazioni”, afferma Cardone, che solleva anche un’altra questione, quella della “intrusione di estranei nelle case, perché non funzionali”. E conclude: “Nella scala b vivono anziani malati che necessitano di cure. A causa delle tante visite di controllo a cui si devono sottoporre all'esterno, sono costretti ad usufruire dell’ascensore, cosa vietata per lo stato di infiltrazione massiccia”.

Segui già la pagina di Napoli de ilGiornale.it?

Commenti