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Accoltella la prof a scuola: "Tra i due nessun litigio"

L’insegnante colpita alla schiena, il 17enne fermato per tentato omicidio. Valditara: "Subito la legge sul voto in condotta"

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Il classico via vai dei corridoi scolastici il lunedì mattina in attesa di cominciare la prima ora di lezione. Ragazzi che corrono per recuperare il ritardo e infilare in extremis la porta dell’aula dove i compagni di classe sono già seduti ai banchi e spesso l’insegnante è già in cattedra. Ieri, le 8 passate da tre minuti, l’atrio dell’Enaip di via Giulio Uberti 44 di Varese, scuola di formazione professionale cittadina legata alle Acli, è quello di un istituto scolastico come tanti. Per questo quasi nessuno fa caso a quel 17enne, allievo della scuola, che gironzola, pure lui uno come tanti. Lo studente, che aspetta e osserva, ha invece un unico pensiero in testa, quello di un agguato in piena regola.

Così, quando Sara Campiglio, 57 anni, docente di lungo corso della scuola e già vice preside, arriva accanto alla collega Gabriella C., il giovane le raggiunge silenzioso alle spalle e, mentre le due donne parlano, lui colpisce la prof alla schiena tre volte, con un coltellino a serramanico, quindi scappa fuori dall’istituto. Campiglio non cade, si appoggia al braccio della collega e si accascia su un ginocchio. Non grida, non perde i sensi, in un soffio sussurra: «sono stata accoltellata».

«L’ho soccorsa subito, lei è sempre rimasta cosciente- racconterà più tardi Gabriella C., titolare di un negozio in città e insegnante di tecniche commerciali all’Enaip -. Il ragazzo era già lì e probabilmente aspettava la collega. Certo che lo conosco, è stato anche mio allievo e non c’era ragione per cui la sua presenza nell’atrio mi apparisse anomala. Tra i due non c’è stato screzio, non c’è stato niente. Il ragazzo ci ha raggiunte, quindi è corso via uscendo dalla scuola: è stato tutto come un razzo, improvviso e velocissimo».

Sara Campiglio viene immediatamente soccorsa. La prima chiamata al 112 partita dall’istituto di via Uberti è delle 8.06 e sul posto intervengono una ambulanza e un’automedica. La donna resta ricoverata in codice giallo all’ospedale Circolo di Varese, dove ieri, subito dopo il suo arrivo, è stata sottoposta a un intervento nel reparto di chirurgia d’urgenza. Nel complesso l’insegnante sta bene, ma chi le ha parlato sostiene che «non si fa una ragione di quel che è successo» dirà un collega della scuola descrivendo anche lo sgomento dell’intero istituto: «Molti genitori e anche gli studenti hanno visto in quelle tre coltellate una volontà omicida.

Mentre l’insegnante veniva soccorsa, alla scuola di via Uberti è arrivata anche la polizia che ha preso in consegna il ragazzo dopo averlo disarmato, pare senza difficoltà, mentre lui si trovava ancora davanti all’edificio scolastico con alcuni docenti che lo tenevano «impegnato» a parlare in attesa del previsto arrivo delle forze dell’ordine. Il 17enne è stato quindi fermato per tentato omicidio e portato in un carcere minorile.

Il 29 maggio un’aggressione molto simile avvenne sempre nel Milanese, ad Abbiategrasso, all’istituto scolastico superiore Alessandrini. All’inizio delle lezioni, mentre la professoressa Elisabetta Condò, 52 anni, passeggiava tra i banchi di una classe, uno studente 16enne l’aggredì alle spalle con un coltello da sub, ferendola a un braccio e alla testa. «Dopo questa ennesima, gravissima, aggressione ribadisco l’impegno mio e del governo: i docenti e tutto il personale scolastico non saranno lasciati soli, tuteleremo la loro dignità professionale e la loro incolumità» ha dichiarato ieri mattina il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara. Che assicura: «Lo Stato, oltre a garantire la tutela legale, dovrà costituirsi parte civile per il danno di immagine arrecato con questa aggressione, perché chi aggredisce un suo docente ha aggredito lo Stato stesso e ne deve rispondere.

Nel caso di minori, dovranno essere i genitori a farsene carico».

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