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Gli anarchici e il palestinese filo-Hamas: chi c'è dietro gli scontri alla Sapienza

Anche stavolta, gli anarchici sono riusciti a infiltrarsi in una manifestazione studentesca. Ma a La Sapienza c'era anche Jehad Othman, palestinese noto alle forze dell'ordine

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Le forze dell'ordine e gli investigatori lo dicono da tempo: le manifestazioni degli studenti sono mosse dagli infiltrati. Non che non vi siano estremismi tra i giovani, ormai sobillati dalle ideologie del primo Novecento, non che non vi siano gruppi organizzati come Cambiare rotta, che sono il braccio giovane di Potere al Popolo e della Rete dei comunisti. Ma i cortei sono spesso frequentati da soggetti che sono stati studenti nel secolo scorso, e non solo, che raramente finiscono nelle maglie della polizia. Martedì pomeriggio erano circa 300 (su oltre 120mila iscritti de La Sapienza) i manifestanti che hanno contestato la rettrice, Antonella Polimeni, perché non si è inchinata alle loro richieste.

Tra loro, stando a fonti delle forze della polizia, sono riusciti a infilarsi anche gli anarchici, come accade pressoché in ogni manifestazione, ma anche un soggetto potenzialmente molto più pericoloso. Si tratta di Jehad Othman, arrivato in Italia come rifugiato, che in passato è appartenuto a formazioni terroristiche palestinesi, ben noto alle forze dell'ordine per l'omicidio di una giovane iraniana, ma non solo. Othman era parte dell'organizzazione che il 26 ottobre 1984, sulla via Cassa, ha ferito Mohammed Al Sowaidi, vice console degli Emirati Arabi, in un attentato effettuato sulla via Cassia, a Roma. L'attentato venne rivendicato dalle "Brigate rivoluzionarie arabe". Risulta essere uno dei componenti dell'Udap (Unione Democratica Arabo Palestinese).

Intanto, sono stati convalidati gli arresti per i due fermati durante la manifestazione ma senza misure cautelari. Si tratta di Stella Boccitto, 28 anni, e Albarq Mohamed Alì Jummah, 27 anni. La prima andrà a processo il prossimo 22 maggio, per aver aggredito un dirigente del commissariato San Lorenzo, con l'accusa di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. "Ieri era all'università per accompagnare un amico di Padova e aveva con sè anche il suo cane. Si è trovata di fronte le forze dell'ordine schierate ed è stata portata via dai poliziotti", ha dichiarato il padre di Boccitto, nel tentativo di difendere la figlia. La madre, invece, sostiene che "se fosse stata vestita con un tailleur e i tacchi, nessuno le avrebbe fatto nulla: invece l'hanno presa in tre e l'hanno portata via".

Il secondo, invece, sarà in aula il 23 maggio per essere saltato sopra una volante della polizia, danneggiandola. Per lui l'accusa è di danneggiamento di beni dello Stato. "Mio figlio studia Economia, non ha precedenti ed è affetto da problemi gravi di salute. Era salito sull'auto solo per farsi sentire col megafono", ha dichiarato il padre. Ma è noto per essere stato partecipante attivo di altre manifestazioni di protesta come quelle di ieri. La manifestazione, precisa la questura, non era preavvisata ed era promossa dal Coordinamento Collettivi Sapienza e dal Movimento Studenti Palestinesi. Il bilancio dei feriti da parte delle forze dell'ordine è gravissimo: sono 27 gli agenti che hanno richiesto le cure, tra i quali uno con la rottura delle ossa nasali e un altro con l'infrazione di un dito della mano destra.

Per loro 20 e 21 giorni di prognosi.

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