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Per la prima volta sotto i 59 milioni: così spariscono gli italiani

Prosegue l'inverno demografico del Paese: il calo dei residenti certificato dall'Istat si registra principalmente nei comuni con meno di 5mila abitanti

Per la prima volta sotto i 59 milioni: così spariscono gli italiani

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Il Censimento 2022 dell'Istat ha confermato i dati che circolano da tempo riguardanti la denatalità e l'invecchiamento della popolazione italiana. In particolare, l'istituto di statistica ha fissato in 58.997.201 i residenti nel Paese, con una flessione di oltre 32mila unità rispetto all'anno precedente. Il calo era prevedibile in considerazione dell'inverno demografico che sta attraversando il Paese, che si rispecchia nella dinamica demografica ancora negativa pari a -179.416 persone e di un recupero censuario pari a +146.484 persone. La decrescita si osserva soprattutto nei piccoli comuni fino a 5mila abitanti (che rappresentano ben il 70% dei comuni italiani), i due terzi dei quali perdono popolazione rispetto al Censimento 2021.

Secondo l'Istat, il calo è contenuto in conseguenza della dinamica positiva della popolazione straniera, che al 31 dicembre 2022 contava 5.141.341, un incremento di 2.2 punti percentuali rispetto all'anno precedente. L'incidenza sulla popolazione residente è salita in questo modo all'8.7%. C'è stato un aumento di 0.2 punti percentuali rispetto all'anno precedente. Secondo l'Istat, la popolazione straniera residente in Italia è composta per 51% da donne. La differenza tra sotto-copertura e sovra-copertura anagrafiche individuate sulla base dei "segnali di vita amministrativi" per la popolazione straniera è positiva e pari a 343.678 individui.

Il decremento di popolazione è una diretta conseguenza della denatalità: i nati residenti in Italia sono 393mila nel 2022, con un tasso di natalità del 6.7 per mille. Ci sono state, nel 2022, quasi 7mila nascite in meno rispetto al 2021, ossia una decrescita di 1.7 punti percentuali, e ben 183mila nati in meno, ossia il 31.8%, rispetto al 2008, anno in cui il numero dei nati vivi registrò il più alto valore dall'inizio degli anni Duemila. Nell'analisi della natalità dei residenti in Italia, si rileva che i nati da genitori entrambi stranieri sono 53mila e costituiscono il 13,5% del totale dei nati. Al nord, com'era prevedibile, l'incidenza è maggiore vista la presenza maggiormente radicata di stranieri. I nati da genitori in cui almeno uno dei partner è straniero, che rappresentano il 20.9% del totale dei nati, invece, continuano a decrescere nel 2022, attestandosi a 82mila unità.

Quasi la metà degli stranieri censiti nel 2022 è di cittadinanza europea, ossia il 47%, il 23% è asiatica, il 22.4% è africana e il 7.6% è americana. La Romania si conferma il Paese con il maggior numero di residenti, rappresentando il 210% del totale, seguita dall'Albania e dal Marocco. Sebbene, come spiegato, nella macroanalisi ci sia una prevalenza di presenza femminile, questa è influenzata dalla presenza di donne ucraine residenti nel nostro Paese, presenti in larga maggioranza rispetto agli uomini.

Rapporti di mascolinità molto elevati si rilevano per le comunità pakistana e bangladese, rispettivamente pari a 266 e 249,6 uomini per 100 donne e, in misura minore ma sempre maggioritaria, per la collettività egiziana.

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