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100mila pasticche verso gli Usa e la "sabbrica" di soldi: sgominata la rete del fentanyl

Il 51enne, in provincia di Piacenza, importava la droga dalla Cina per poi inviarla negli Stati Uniti. 18 sono le persone arrestate tra l'Italia e oltreoceano

100mila pasticche verso gli Usa e la "sabbrica" di soldi: sgominata la rete del fentanyl

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Un mercato florido, seppur illegale, negli Stati Uniti è quello del fentanyl, droga 50 volte più potente dell’eroina che è largamente consumata e per questo, qualcuno in Italia ha pensato di investirci e farci affari. Giancarlo Miserotti, 51enne originario di Piacenza, ha messo in piedi una rete che prevedeva l’importazione dell’oppioide dalla Cina, per poi procedere all’esportazione della droga oltreoceano dove poteva venderla a una vasta platea di acquirenti. Il 51enne era la mente del traffico criminale, ma non faceva tutto da solo: le persone coinvolte erano almeno 18, tanto che si può parlare di una vera e propria banda che operava tra il Nostro Paese e l’America.

Oltre al commercio del fentanyl, i malviventi coniavano monete false da 5 franchi svizzeri in una zecca clandestina che era collocata nella casa di Miserotti. Qui i finti soldi venivano trasformati in bitcoin e poi in veri euro approfittando delle macchinette cambiavalute che ci sono in Svizzera. Non è la prima volta che il 51enne piacentino si mette a fabbricare illecitamente del denaro, dato che già in passato era stato condannato per la stessa attività. Miserotti si trova, in queste ore, nel carcere delle Novate di Piacenza, ma rischia l’estradizione negli Stati Uniti dove è accusato di traffico di stupefacenti, di falsificazione di valuta e della morte di un giovane per overdose.

L’indagine è stata nominata “Painkiller” ed è stata portata avanti dalla Drug Enforcement Administration (Dea) di Cleveland, nello Stato dell’Ohio, e dalla Guardia di Finanza di Piacenza, coordinata dalla procura della stessa città. Secondo le prime ricostruzioni, il fentanyl arrivava a Piacenza dall’Oriente, all’interno di alcuni pacchi che all’apparenza avrebbero dovuto contenere degli apparecchi elettronici e dei libri. Dopo aver raccolto e smistato l’oppioide sintetico in diversi plichi, questi venivano spediti in Ohio, Pennsylvania, Tennessee, Kentucky e riuscivano persino a entrare nelle carceri.

Il pm Matteo Centini ha spiegato:“La premessa è che all’interno della struttura carceraria possono arrivare solo libri stampati regolarmente negli Stati Uniti. Miserotti si faceva spedire a Piacenza dei libri dall’America. Alcune pagine venivano impregnate di sostanza stupefacente e i libri venivano rispediti in Usa per poter entrare nel circuito carcerario, dove la droga veniva estratta e spacciata”. Dalle indagini è emerso che Miserotti fosse in grado di indicare ai fornitori cinesi l’esatto dosaggio della droga per massimizzare il profitto ed evitare che i consumatori morissero per overdose.

Per quanto riguarda la produzione di soldi finti, secondo la versione del pm Centini, il 51enne aveva costruito, in casa sua, un laboratorio costituito da stampanti, presse idrauliche e fornaci per fondere e realizzare le monete e banconote farlocche. Tale meccanismo era possibile grazie all’aiuto di altre sei persone: quattro cittadini ucraini, tra le quali la compagna di Miserotti e la figlia della compagna, e due cittadini romeni. Una volta "coniati", i soldi venivano inviati in Svizzera nel doppio fondo di automobili o nei vani di monopattini elettrici.

Qui venivano immessi nel circuito legale attraverso macchine automatiche per le scommesse sportive o gli Atm (gli sportelli automatici per il prelievo o versamento di denaro contante) per la conversione su carta elettronica in bitcoin.

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