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Hotel, escort e machete: il mondo sommerso dei "legionari" della droga

Nei boschi di Varese vivono circa 200 persone: sono i "soldati" della droga che presidiano una delle più grandi piazze di spaccio d'Italia

Hotel, escort e machete: il mondo sommerso dei "legionari" della droga a Varese

C'è un'emergenza criminalità e spaccio in Italia, che non si concentra solamente nelle grandi città. Per diversi anni, il boschetto della droga di Rogoredo è stato il punto di incontro preferito ma da qualche tempo, con una maggiore mobilitazione in quella zona, l'attività è lievemente diminuita. Non è accaduto per il momento lo stesso alle porte di Varese, dove in un bosco poco distante dal capoluogo lombardo esiste un centro di spaccio a cielo aperto di grandi dimensioni, spesso oggetto di retate e di controlli da parte delle forze dell'ordine. Qui vivono bande di marocchini che si fanno la guerra tra loro per il controllo del territorio e ogni metro guadagnato dev'essere difeso. È in corso una vera e propria faida tra i gruppi per l'egemonia dello spaccio e ognuno di loro può contare su veri e propri "legionari" assoldati per controllare le zone di pertinenza.

Ci sono già stati cinque morti ammazzati accertati, più altri possibili che sono stati occultati tra le pieghe di questo territorio impervio. Solo nell'ultimo weekend le forze dell'ordine hanno concluso 10 arresti: un'operazione necessaria per evitare un altro scontro armato. È questa la quotidianità di questo fazzoletto di territorio italiano che viene raccontata dal Corriere della sera. Sono circa 200 le persone che vivono stabilmente tra questi boschi, in tende camuffate nel fitto della vegetazione, dove avvengono gli scambi di droga e di denaro. "Viviamo un mese nella tenda. Il primo giorno del mese successivo, abbiamo diritto a una giornata in hotel. Per lavarci", ha dichiarato uno degli spacciatori, come risulta dall'inchiesta condotta dalla procura di Busto Arsizio con i carabinieri del comando provinciale di Varese.

È una realtà parallela quella raccontata dagli spacciatori, che durante il mese in tenda devono effettuare un presidio costante. La notte in hotel, poi, pare gli venga dato il diritto di consumare anche rapporti sessuali a pagamento. Non che in quel mese pratichino l'astinenza, visto che, come dai loro stessi racconti, pare che le dosi di droga vengano spesso scambiate col sesso da parte di donne che non hanno i soldi per pagarsi le sostanze. Vivono col machete sempre in mano, pronti a usarlo per qualunque evenienza, sono giovani e quasi tutti già noti alle forze dell'ordine per avere precedenti con la giustizia. Tra quegli alberi e quelle tende, come riferisce il Corriere della sera, girano tanti soldi. Lo confermano le intercettazioni della procura: "Ho fatto il conto, ho in tasca 43 mila euro...

Voglio mandare i soldi a mia madre che così li dà ai miei fratelli e sorelle".

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