Bus precipitato a Mestre

"I genitori chiedono dei figli". Lacrime e dolore per la tragedia di Mestre

Sono ore molto dure all'ospedale dell'Angelo di Mestre, la psicologa: "I feriti chiedono dei loro cari tra angoscia e incredulità"

"I genitori chiedono dei figli". Lacrime e dolore per la tragedia di Mestre

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È un momento molto difficile all'ospedale dell'Angelo di Mestre, dove sono ricoverati sei feriti dell'incidente del bus precipitato dal cavalcavia: due in reparti chirurgici (al momento non identificate) e quattro in rianimazione (tre ucraini e un tedesco). Il direttore medico dell'ospedale, Chiara Berti, ha spiegato che i feriti sono tutti pazienti giovani, sotto i 50 anni: "Si tratta di pazienti tutti politraumatizzati, quindi hanno traumi più o meno importanti". Colloqui individuali, ascolti per capire chi arriva in cerca dei parenti che viaggiavano sul bus:"Stiamo mettendo insieme le informazioni che loro chiedono e quello che noi possiamo dare loro, poi c'è tutto il supporto psicologico che in questo momento è veramente di base. È una situazione diversa per ciascuno", le parole di Moreno De Rossi, medico specializzato in psichiatria."È un lavoro molto, molto complicato perché ci sono genitori che chiedono dei loro figli e figli che chiedono dei genitori, mariti che chiedono delle mogli, insomma è un momento molto, molto duro", ha confermato l'esperto.

All'ospedale dell'Angelo di Mestre è attivo un team di sette psicologi che da ieri si alternano con turni di sei ore per accogliere feriti e familiari delle vittime e fornire sostegno psicologico. "I feriti chiedono dei loro cari tra angoscia e incredulità, nella sala accoglienza allestita dalla Regione Veneto nell'ospedale Dell'Angelo di Mestre per dare sostegno anche ai familiari delle vittime", il racconto di Rita Lorio, responsabile della Psicologia Ospedaliera del Dmpo Dipartimento medico presidio ospedaliero Mestre, all'Adnkronos: "Ma soprattutto piangono o restano in silenzio. Fanno domande, cercano notizie sulla sorte di mogli, mariti, figli ma con assoluta compostezza e tutto questo addolora, perché il silenzio parla e fa male".

"Arrivano sotto choc, pieni di ansia, paura, angoscia, piangono o restano in assoluto silenzio" ha aggiunto Lorio, ma il sentimento che predomina è sicuramente l'incredulità. Le persone che arrivano al nosocomio in questo momento"hanno bisogno di un contenimento emotivo, chiedono notizie sui loro cari, noi cerchiamo di dare il maggior numero di informazioni quando possiamo e quando riusciamo, non è facile". Ma c'è anche chi si chiude nel proprio dolore, ha rimarcato la psicologa, con una compostezza tale da spiazzare anche il professionista più esperto.

Il team di ascolto e accoglienza è composto dagli psicologi della Psicologia Ospedaliera del Dipartimento medico presidio ospedaliero di Mestre, del Dipartimento di Salute Mentale dell'ospedale Dell'Angelo guidato dal primario Moreno De Rossi e dal Sipem, la Società italiana di psicologia dell'emergenza.

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