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Lividi, violenze e i segreti nelle chat: indagato il marito del magistrato suicida

A un anno di distanza, il tribunale de L'Aquila ha iscritto nel registro degli indagati Lorenzo Ruggeri, marito di Francesca Ercolini, morta suicida nel 2022

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È arrivato a una svolta il caso del magistrato Francesca Ercolini, che si tolse la vita un anno fa, il 26 dicembre del 2022 nella sua abitazione. Usò un foulard, approfittando dell'uscita del marito e del figlio per andare ad acquistare dei dolci in pasticceria. Al loro rientro, i due trovarono il corpo della donna. Il marito della donna è un avvocato molto noto a Pesaro. Lorenzo Ruggeri, di 56 anni, esercita in città e proprio per evitare di incorrere in contestazioni di conflitto di interessi, il magistrato chiese di operare nel foro di Ancona. Il suo suicidio scosse l'intera comunità ma ora il tribunale de L'Aquila, competente per questi casi, ha deciso di non archiviare il caso come suicidio ma di andare più a fondo, iscrivendo il marito nel registro degli indagati.

"Parlai all’obitorio di Pesaro con la sua donna delle pulizie, quel giorno mi raccontò tutto il dramma di Francesca, la sua crisi, la sua profonda depressione per ciò che era costretta a subire da tempo, la violenza del figlio adolescente, le stranezze del marito avvocato...", così ha raccontato Carlo Perrella, cugino della donna e suo confidente, al Corriere della sera. L'avvocato Ruggeri è stato ora indagato per maltrattamenti ma, stando a quanto riporta il quotidiano di via Solferino, ci sarebbe un altro procedimento aperto al tribunale dei minori contro il figlio 15enne della coppia per concorso in reato.

Secondo l'ipotesi dell'accusa, infatti, il marito avrebbe costretto Francesca Ercolini "a una vita non conforme alla normale esistenza" ed è arrivata a questa conclusione ascoltando il rapporto dei familiari della donna e dei suoi conoscenti. Con la madre, che viveva a Campobasso, la donna si scriveva quotidianamente e le mandava materiale audio e video che l'anziana signora ha conservato nel suo dispositivo grazie alle impostazioni di salvataggio in cloud. Un consiglio che le era stato dato dalla figlia "Perché se ne abbia memoria". Ed è in quelle immagini che, sarebbero emerse le tracce inequivocabili di lividi ed escoriazioni, che "sarebbero il risultato delle violenze domestiche cui era sottoposta la donna".

Anche Perrella ha dichiarato di avere ricordo di queste evidenze: "Venne ad agosto dell’anno scorso a inaugurare un busto dedicato a mia madre, l’ex consigliera regionale del Molise Angiolina Fusco Perrella, morta nel 2021. Io stesso mi accorsi di certi lividi in volto. Il figlio ha dei problemi ma lei non ne voleva parlare".

Ora si procederà ma ci sono state segnalazioni al CSM per questo procedimento, in quanto il primo pm chiese la custodia cautelare in carcere per l'uomo per dei tentativi di inquinamento delle prove: richiesta respinta e fascicolo riassegnato.

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