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Quell'estate maledetta delle ragazze scomparse

In un documento della questura di Roma del 1983, vengono elencate 177 sparizioni di ragazze minorenni avvenute tra il 1982 e il 1983. Solo nell'estate in cui spariscono Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, sono 19 le ragazze a svanire dalla Capitale

Quell'estate maledetta delle ragazze scomparse

L'inchiesta che stai per leggere è tra i vincitori del corso di giornalismo investigativo della Newsroom Academy

Mentre le vicende di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori tornano a godere di una nuova eco mediatica, anche grazie all’apertura delle indagini sulla scomparsa della prima da parte del Vaticano, suonano particolarmente interessanti le dichiarazioni rilasciate a più riprese da Giancarlo Capaldo, ex magistrato (e procuratore aggiunto del Tribunale di Roma all’epoca dei fatti) ed emergono nuove concrete ipotesi di indagini su questi e su altri casi di sparizioni verificatisi nello stesso arco temporale.

Parliamo di una serie di scomparse verificatesi tra il 1982 e il 1983. Protagoniste 177 ragazze minorenni, tutte residenti a Roma o negli immediati pressi della Capitale. A fissare nel tempo i nomi di queste giovanissime – tutte tra i 13 e i 18 anni – un documento, di cui IlGiornale.it è entrato in possesso, che risale al settembre 1983. Redatto dalla divisione di Polizia giudiziaria della Questura di Roma, da quel che siamo riusciti a sapere, il documento (che fa parte di un documento più ampio, comprendente anche le sparizioni di minori di sesso maschile) fu consegnato direttamente nelle mani di Domenico Sica che, all’epoca, stava indagando con i giudici istruttori Ferdinando Imposimato e Rosario Priore sulla scomparsa di Emanuela Orlandi.

Non conosciamo con esattezza la ragione per cui il documento venne stilato, ma possiamo immaginare che l’interesse mediatico scaturito dalla sparizione della Orlandi e della Gregori abbia imposto agli organi inquirenti un’attività di monitoraggio riguardo la sparizione di altre minori. Sono quelli anni difficili. Il dilagare dell’eroina, l’assenza di telefoni cellulare, la leggenda nera di una tratta delle bianche. Insomma, sembra che a un certo punto gli investigatori abbiano cominciato a preoccuparsi seriamente della sorte di tante, troppe ragazze scomparse.

Ecco la ragione che forse si nasconde dietro la produzione di questo documento: La necessità di capire se ci fosse un collegamento tra una di queste anonime ragazze, alcune già all’epoca rintracciate, altre no, ma nessuna di loro mai finita sotto i riflettori mediatici, e le ben più note Emanuela e Mirella. Eppure, a parte questo documento (che oltre alla lista di nomi presenta in allegato alcune denunce di scomparsa), non si ha notizia di significative attività investigative svolte successivamente.

Giancarlo Capaldo ne è convinto: su quei nomi si poteva e si doveva lavorare. A distanza di 40 anni, lo sta facendo ilGiornale.it. Partendo da quella lista, abbiamo ristretto – per ora – il campo a un periodo di tempo limitato, prendendo in esame le sparizioni di ragazze tra l’aprile e l’agosto del 1983, a cavallo di quella primavera/estate che ha inghiottito nel nulla Emanuela Orlandi e Mirella Gregori (scomparse rispettivamente il 22 giugno e il precedente 7 maggio). Escludendo le giovani rintracciate, resta una rosa di 19 ragazze. Tante, troppo per una sola città.

Il lavoro che si sta portando avanti è lungo e, visto il tempo trascorso, decisamente complesso. Non ci si illude di poter trovare un collegamento con le sparizioni della Orlandi e della Gregori e, in fondo, non è nemmeno questo l’obiettivo ultimo. Quello che ci preme comprendere è se sia vero che in quel periodo, a Roma e in generale nel Centro Italia, fossero attive organizzazioni criminali che, per motivi disparati, puntavano le loro attenzioni su giovani ragazze da rapire (un cenno a qualcosa del genere l’ha recentemente fatto Angelo Izzo, uno dei mostri del Circeo, parlando di fronte ai consulenti della Commissione d’inchiesta che indagava sulla sparizione della giovane Rossella Corazzin e del collegamento tra la morte del medico perugino Francesco Narducci e il c.d. Mostro di Firenze).

Uno scenario torbido, come torbidi sono quegli anni (di piombo, non a caso). Quello che ci auguriamo è di scoprire che tutte queste 19 ragazze siano in realtà tornate ad abbracciare i propri cari dopo la redazione del documento, che il loro allontanamento sia stato volontario.

Se malauguratamente dovessimo scoprire il contrario, non ci fermeremo finché non avremo fatto tutto il possibile per fare luce su questa oscura vicenda.

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