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Un microchip nel parmigiano: l'ultima trovata per la tutela del "Made in Italy"

Per garantire l'originalità e la tracciabilità del prodotto, il Consorzio del Formaggio Parmigiano Reggiano ha pensato ad un microchip da posizionare sulla crosta esterna della forma di formaggio. Uno strumento che non comporta rischi per i consumatori, volto a tutelare il parmigiano dalle numerose imitazioni

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Un microchip dalle dimensioni inferiori a quelle di una briciola, che verrà collocato sulla crosta esterna della forma di formaggio, per garantire l'originalità e la tracciabilità del prodotto. Questo l'ultimo strumento messo a punto dal Consorzio del Formaggio Parmigiano Reggiano, in collaborazione con le aziende Kaasmerk Matec e p-Chip Corporation. La notizia, riportata dalla stampa locale pochi giorni fa, era stata anticipata in precedenza dallo stesso consorzio. E va nella direzione di tutelare l'autenticità di uno dei prodotti "Made in Italy" che deve difendersi in assoluto da più tentativi di imitazione all'estero. Solo scorso marzo, la Sovrintendenza all’Industria e al Commercio aveva ad esempio bocciato il tentativo di registrare il nome "Parmesano Snack" effettuato da un'azienda colombiana. Anche se si stima che il giro d'affari del "falso parmigiano" al di fuori dell'Unione Europea valga circa 2 miliardi di euro, equivalenti a circa 200mila tonnellate di formaggio.

“Il Parmigiano Reggiano è uno dei formaggi più antichi e famosi al mondo, ed è un prodotto simbolo dell’agroalimentare italiano - ha spiegato Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio, in un comunicato - dalla costituzione del Consorzio nel 1934, siamo stati in prima linea per promuoverne e difenderne l’autenticità e comunicare in tutto il mondo le differenze con prodotti similari che non soddisfano i severi requisiti della Dop. Siamo fieri di essere il primo consorzio di tutela a introdurre queste etichette, digitali e sicure, per garantire un prodotto ancora più protetto e tracciato". Il Consorzio ha fatto sapere che la tracciabilità del Parmigiano Reggiano era comunque già garantita dalla "placca di caseina", introdotta dal Consorzio nel 2002, che viene assegnata ad ogni forma al momento della nascita.

Sulla placca, realizzata con proteine del latte e quindi edibile e sicura, è presente un codice alfanumerico unico e progressivo e un QR code. Costituiscono in buona sostanza la "carta d’identità" del formaggio che, in ogni momento e in ogni luogo, rende possibile identificarne l’origine. La novità attuale consiste a quanto pare "in un dispositivo p-Chip integrato nella placca di caseina. In particolare, nella combinazione della placca di caseina con il micro-transponder p-Chip, una cripto-ancora blockchain che crea un "gemello" digitale per gli oggetti fisici". Questo nuovo tag, scannerizzabile, è più piccolo di un granello di sale e dovrebbe offrire una tecnologia di tracciabilità di nuova generazione al Consorzio del Parmigiano Reggiano. Il Consorzio ha infine spiegato che il microchip non comporta ad ogni modo alcun rischio per la salute umana.

E chissà che non possa davvero contribuire a ridurre il fenomeno delle falsificazioni.

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