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"Rischiare di non rientrare per la stupidità…". Lo sfogo dei vigili del fuoco

Rischiare la vita per uno scatto spettacolare sembra essere diventata un'abitudine ma ora i vigili del fuoco si sfogano sui social contro questi comportamenti irresponsabili

"Rischiare di non rientrare per la stupidità…". Lo sfogo dei vigili del fuoco

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Le violente mareggiate che hanno colpito le coste liguri e toscane negli ultimi giorni non sono state solamente un fenomeno distruttivo per il territorio, come dimostrano le immagini che circolano sui social. Rimbalzano, infatti, i video di numerose persone che hanno approfittato delle spettacolari, seppur pericolose, ondate che si sono abbattute sulla costa. Tutto questo mentre i vigili del fuoco e le squadre di soccorso erano impegnate a salvare vite umane. Comportamenti sempre più frequenti quelli di chi, per fare un contenuto social diverso e capace di raggiungere visualizzazioni e like, è pronto a mettere in pericolo la propria vita. Nel corso degli anni sono state numerose le vittime di comportamenti inadeguati, persone morte per fare il selfie o lo scatto social più spettacolare. Ora, davanti alle immagini che arrivano da Toscana e Liguria, i vigili del fuoco hanno detto basta.

Pubblicando quattro foto scatti relativi a persone che si sono spinte troppo oltre alla ricerca di uno scatto "instagrammabile", i soccorritori del Comando provinciale di Genova scrivono: "La quarta foto rappresenta il soccorso dei Vigili del Fuoco a una persona avventuratasi sugli scogli di Punta Vagno. Persona in gravi condizioni all'ospedale e gli stessi soccorritori colpiti più volte da onde rischiando loro stessi". Una situazione sin troppo frequente che con l'ultima ondata di maltempo si è replicata, come dimostrano le parole dei soccorritori. A tutto questo, i vigili del fuoco dicono basta: "Il nostro lavoro consiste anche nel rischiare per salvare altri da condizioni di pericolo, indipendentemente dai motivi che hanno portato le persone a rischiare. Ma, vedete, sembrerà forse strano a qualcuno, ma abbiamo l'ambizione, a fine turno, di tornare a casa dai nostri cari. E rischiare di non tornarci per la stupidità di una evidente moltitudine, non ci rende serenI".

Parole più che condivisibili quelle dei soccorritori, che riportano anche le parole di uno dei loro colleghi che ha effettuato quel particolare intervento. "In squadra siamo tre sommozzatori. Scendiamo sulla scogliera, lo raggiungiamo e quando lo stiamo per portare su una cengia sento le grida dei colleghi della squadra di terra "Attenzione onda!". Un attimo e veniamo spazzati via come fuscelli: siamo a più di sette metri lontani dal punto dove eravamo prima. Non vedo Lorenzo e Simone, gli altri due sommozzatori del mio nucleo, ma sento la voce di uno dei due gridare ‘Occhio che ne arriva un'altra‘", dice Massimo, il vigile del fuoco.

Si può solo immaginare quello che accade in

quei momenti frenetici. Gli operatori intensificano gli sforzi e velocizzano l'operazione e la portano a termine. L'uomo soccorso ha una ferita alla nuca provocata dalla forza delle onde che l'hanno sbattuto sugli scogli.

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