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Non ha le gambe, ma per l'Inps è un falso invalido: l'assurda storia di Roberto

Il 69enne ha perso entrambe le gambe ed è costretto su una sedia a rotelle, ma per l'istituto non ha diritto all'invalidità. Si attiva il vicepremier Matteo Salvini

Non ha le gambe, ma per l'Inps è un falso invalido: l'assurda storia di Roberto

La storia di Roberto Mazza, 69enne fiorentino invalido costretto sulla sedia a rotelle, arriva al vicepremier Matteo Salvini, che subito si attiva per dare risonaza al caso e aiutare il cittadino. L'uomo si trova ormai da anni costretto su una sedia a rotelle, avendo perso entrambe le gambe a seguito di due amputazioni.

La clamorosa decisione dell'Inps

A raccontare la storia di Roberto è La Nazione. L'incubo di Roberto comincia nel lontanto 2014, quando una cisti al tallone lo costringe a sottoporsi a un delicato intervento di angioplastica per un problema circolatorio. Dimesso e tornato a casa, le condizioni dell'uomo peggiorano però a tal punto da costringere il personale medico dell'ospedale di Careggi a procedere con l'amputazione dell'arto. Già dopo questo episodio, Roberto si vede riconosciuta un'invalidità del 100%.

Poi, a gennaio 2021, un nuovo dramma. La gamba rimasta comincia a dare problemi sempre più evidenti e alla fine si rende necessaria una seconda amputazione. Privo degli arti inferiori, Roberto può spostarsi solo con sedia a rotelle. La sua vita è completamente stravolta. Nessuno potrebbe mettere in discussione al suo diritto all'invalidità, eppure l'Inps la pensa in altro modo, e chiede indietro 21mila euro.

Inps vuole il pagamento dell'indebita prestazione

Roberto, che da circa 4 mesi vive in una casa di riposo, deve versare 21 mila euro di indennità di accompagnamento all'Inps. Ha tempo fino al 25 dicembre. Intervistato da La Nazione, l'uomo non si spiega l'accaduto. "Una settimana fa ho ricevuto questa lettera in cui si fa riferimento a una precedente comunicazione in cui sarebbero state contenute tutte le spiegazioni, ma io non l’ho mai avuta", racconta il 69enne. "Io quei soldi non li ho", ammette.

Eppure per ben tre volte l'uomo ha incontrato la commissione medica per l’invalidità, a cui ha mostrato le proprie condizioni di salute. Inps fa riferimento a una visita, datata 8 novembre 2017, in cui sarebbe stato stabilito che l'uomo non aveva più necessità dell'accompagnamento. Roberto, tuttavia, ha un ricordo ben diverso di quel giorno: "I medici mi presero anche in giro, dicendomi 'Ma lei è di nuovo qui? Pensano che la gamba le ricresca?'". Da questa lettera, è iniziato il calvario di Roberto, intrappolato nella burocrazia ma deciso a comuncare con l'Inps.

L'intervento di Salvini

Il caso di Roberto Mazza è arrivato all'attenzione di Matteo Salvini, che ha subito deciso di intervenire, chiedendo che al 69enne venga riconosciuto il proprio diritto. "Siamo all’assurdo", ha commentato il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti.

"Ho allertato i vertici dell’istituto per far chiarezza e perché gli venga riconosciuto il giusto sussidio e più rispetto, sono convinto che la lotta contro chi truffa lo Stato possa continuare con più attenzione e determinazione", ha concluso.

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