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"Nessuna polemica contro La Russa o Morandi. Ma al Senato avrei tenuto una certa ritualità"

Il sottosegretario dopo il concerto a Palazzo Madama: "Coreografia sbagliata"

"Nessuna polemica contro La Russa o Morandi. Ma al Senato avrei tenuto una certa ritualità"

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"Nessuna polemica contro La Russa o Morandi. Ma al Senato avrei tenuto una certa ritualità"

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«Naturalmente non ho nulla contro La Russa né tanto meno contro il sottosegretario Mazzi che adesso fatica a salutarmi». Però c'è un però. Vittorio Sgarbi risponde alle polemiche suscitate dalle sue critiche all'esibizione di Gianni Morandi per il 75esimo della prima seduta del Senato: «Come ha scritto Gasparri, Morandi è un valore popolare e quindi non critico Morandi in sé ma la coreografia che lo ha accompagnato in aula».

Ossia?

«Nel 75esimo anniversario di un'aula così importante non può mancare una decisiva ritualità. Abbiamo appena visto l'incoronazione di Carlo III e abbiamo compreso un'altra volta cosa sia la sacralità di un rito. Quindi il Senato non può trasformarsi perché arriva Morandi. Non possono essere tolti i banchi del governo perché c'è un concerto. Il Senato si è spossessato di se stesso e con la ola, mentre Renzi assomigliava a Pieraccioni cantando Morandi, l'aula sembrava l'Ariston».

Addirittura.

«La Russa era in piedi con il microfono perché c'era un cantante, ma non è che in Chiesa il prete si siede al pianoforte se è previsto un concerto di Bach».

Parla lei che usa il cellulare in qualsiasi circostanza.

«Lo uso come un bloc notes, per prendere appunti, senza offendere alcuna ritualità».

In Senato prima di Morandi ci sono stati quattro autorevoli interventi.

«Stefano Folli, Anna Finocchiaro, Ernesto Galli della Loggia e Giuseppe Parlato. Sette minuti l'uno. Seduti. E dalle loro parole non è poi uscito nulla sui giornali. Perché, anche se era il giorno prima, nessuno ha citato Aldo Moro nel 45esimo del ritrovamento del suo cadavere? E poi vuol sapere una cosa?».

Dica.

«Morandi è stato il sostituto di Leonardo Da Vinci».

Questa è grossa.

«All'inizio avevano pensato di portare in Senato il disegno dell'Uomo Vitruviano. Sarebbe stato possibile ma non si è realizzato. Ma forse avrebbero potuto chiederci una mano... Quindi Morandi è il sostituto di Leonardo in Senato».

Sgarbi fa sempre polemica.

«Sgarbi stavolta non fa polemica ma indica una sua posizione ortodossa. Ad esempio, Lei ha seguito ieri la presentazione dei David di Donatello al Quirinale?».

Sì.

«Geppi Cucciari ha fatto belle battute, la cerimonia è stata una cerimonia spiritosa e più cinematografica che accademica. Ma il Quirinale è rimasto il Quirinale».

Invece il Senato no.

«L'altro ieri compivo gli anni e quindi ringrazio perché è stato un ottimo festeggiamento del 71esimo di Sgarbi più che del 75esimo del Senato. E lo dico per stemperare una polemica che da parte mia non c'è verso nessuno, tanto meno Gianni Morandi. A lui dico solo che Fatti mandare dalla mamma offre un ritratto della mamma troppo adolescenziale...»

Sgarbi pentito?

«Ma no, Sgarbi non pentito ma imperterrito e non domo» (sorride, ndr).

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