Cronache

Niente aiuti per Bregallo

Il paese della Valle Scrivia chiede interventi urgenti del Comune e della Regione per prevenire altri danni

Chiara Ennas

Bregallo, una piccola frazione del comune di Davagna con una ventina di anime appena, soffre ancora oggi degli esiti di una frana avvenuta nel 2002 che, con i suoi 150 metri di fronte in linea d'aria, aprì una voragine nella collina a ridosso del paese. I terreni sono andati distrutti, come pure tutti i terrazzamenti, con danni non indifferenti per gli agricoltori e contadini del paese, che li hanno stimati in media per circa settemila euro ciascuno. La Comunità montana dell’alta Valle Scrivia stanziò come somma di urgenza circa 150mila euro, usati per la costruzione di una strada provvisoria, e questo è l’unico intervento effettuato fino a questo momento.
Il problema però è molto più antico: già nel 1981, come testimoniò ufficialmente l'allora sindaco Piero Schenone, Bregallo si trovò a dover fare i conti con un'altra frana, annunciata dall'avvallamento delle terrazze e dei muretti a secco. Il problema più grande che gli abitanti si trovano ora a fronteggiare sono le crepe sempre più evidenti e accentuate nelle loro abitazioni, la cui stabilità è di giorno in giorno sempre più precaria, dal momento che la voragine aperta dalla frana ormai è giunta a circa quattro metri dalla soglia delle case, con grande preoccupazione degli occupanti. Occupanti che si sentono trascurati e che stanno tentando di sollecitare l'intervento delle autorità, il Comune, la Provincia e le Regione, nonché la Comunità montana dell'alta Valle Scrivia, non avendo ottenuto alcuna risposta o rassicurazione a segno di un qualche interessamento.
Per uno degli abitanti, Luigi Fossa, la frana di tre anni fa è stato «un evento annunciato, visto che già venti anni fa c’erano segni di fratture e cedimenti» e «dei 150mila euro stanziati non è rimasto nulla, perché sono stati tutti usati per la costruzione di una strada che tutt’ora rimane provvisoria». In più tale strada non sembra, agli occhi degli abitanti e non solo, in grado di reggere eventuali altre calamità, e dopo l’estate quando iniziano le piogge autunnali le speranze che la voragine non dia altri problemi appare molto remota, tanto più che la stessa Comunità ha dichiarato l’intera zona «a rischio elevato di frane», assegnandole il corrispondente codice R3.
Le crepe nelle abitazioni continuano ad aumentare, irraggiandosi dai gradini degli ingressi fino ai pavimenti e alle pareti, per danni stimati, qualche mese dopo l’accaduto, intorno ai tremila euro ciascuna, come scritto sulle denunce degli abitanti.
Fossa, facendosi portavoce dei suoi compaesani, chiede solo che «si intervenga con procedure di consolidamento, non tanto per i terreni, quanto per le case», anche perché nel programma triennale 2004-2006 della Regione per la sistemazione idrogeologica dell’area di Bregallo sono previsti ben 450mila euro, che d’altra parte è solo uno dei tanti finanziamenti previsti per l’area numero 6, in cui rientra anche la Valle Scrivia, caratterizzata da numerose frane e richieste di interventi ricostruttivi. In realtà non si chiede solo un semplice ripristino delle condizioni precedenti alle frane, ma anche di prevenzione, visto il numero impressionante di dissesti che il terreno ha subito in questi ultimi anni e la necessità di attenzioni continue nei confronti dei diversi torrenti presenti e per i loro alvei.

Fossa spera quindi che le risposte di Marco Bagnasco, presidente della Comunità e vicesindaco di Davagna, del sindaco di Bregallo Claudio Cevasco e dell’assessore all’Ambiente Franco Zunino non si facciano attendere più del necessario.

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