Gioia Locati
«Gentili genitori, ho ricevuto la vostra lettera che mi informa del vostro rifiuto di chiudere il rimanente dell’importo della rata scolastica per i vostri figli. Vi ricordo che i diritti scolastici sono dovuti nella loro totalità. Vi invito a pagare il saldo entro il 31 ottobre. Altrimenti, dieci giorni dopo, il 10 novembre, i ragazzi non saranno più autorizzati a seguire le lezioni e trascorreranno il tempo nella sala accoglienza. Distinti saluti. Il contabile Gian Franco Melis». La raccomandata è arrivata all’80 per cento delle famiglie che mandano i figli all’istituto francese Lycée Stendhal di via Laveno 12. Ossia a quanti hanno rifiutato di pagare, oltre alla rata trimestrale della retta, un aumento del 5 per cento. «L’aumento è ingiustificato - ha riferito una mamma dell’associazione genitori Apefm che riunisce i familiari degli istituti francesi all’estero -. Abbiamo accesso al bilancio e abbiamo capito che dal punto di vista contabile questa richiesta non è giustificata». Il Lycée Stendhal dipende dal governo francese e il preside è un funzionario del governo (che cambia con le legislature). La scuola di via Laveno è frequentata dai figli di molti francesi che lavorano in città - in questi casi la retta è pagata dalle società - ma anche dalle famiglie italiane che hanno scelto per i propri ragazzi un diploma francese. «So che un’importante azienda francese presente in Italia ha rifiutato di pagare l’aumento per dodici bambini - ha confermato un’altra mamma - ma a tutt’oggi l’azienda non ha ancora ricevuto questa lettera di minaccia. Forse vogliono intimorire soltanto i genitori?».
Di fatto anche un anno fa era stato richiesto un aumento del 5 per cento sulla retta. «L’abbiamo pagato - ha confermato una mamma che partecipa al consiglio d’istituto -. Ma dalla previsione di bilancio dell’anno passato sono avanzati 250mila euro. Soldi che, ci dicono, non possono essere utilizzati quest’anno. E come mai? E allora ce ne chiedono altri?». I genitori hanno chiesto spiegazioni da settembre prima rivolgendosi alla preside Logiudice (che non ha risposto alle nostre telefonate, ndr) e poi all’agenzia che gestisce tutte le scuole francesi all’estero. «Hanno ignorato la nostra protesta - hanno spiegato i genitori - e quando abbiamo chiesto ragione dei 250mila euro “avanzati” ci è stato risposto che sono bloccati dal ministero». Da un anno al Lycée Stendhal sono in corso lavori di ristrutturazione. «Il nuovo liceo è pagato dal governo francese - ha confermato una mamma - a noi competono solo le spese di gestione, la voce luce è rimasta uguale, così pure pulizie e riscaldamento.
E così giovedì mattina allo Stendhal scatta lo sciopero all’incontrario. Non ci saranno lezioni per quegli alunni, dalla materna alle superiori, «colpevoli» di avere famiglie che chiedono spiegazioni.
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