Roma

Niente Pdl? De Lillo jr va avanti Il suo loft non si ferma

Ha preso alla lettera le parole del premier Berlusconi per supportare il voto di Renata Polverini a Roma. La macchina elettorale messa in moto da Giuseppe De Lillo a lungotevere Flaminio e che marciava a ritmo serrato per la sua candidatura nella lista PdL, malgrado lo stop del Consiglio di Stato, non ha perso un colpo. Anzi, l’attività nel loft di 500 mq dove meno di un mese fa è stato allestito il comitato elettorale è sempre più febbrile. Alle 20 postazioni telefoniche si intervallano i ragazzi e le ragazze di Cuore Azzurro (l’associazione di cui De Lillo è coordinatore nazionale dal 2008) che telefonano a ripetizione agli elettori per sollecitarli a votare Polverini presidente. Dalla ventina di postazioni telematiche partono invece newsletter e resoconti particolareggiati dei cinque anni di Giunta Marrazzo indirizzati a una mailing list di oltre 8mila nominativi. «Tutti elettori ai quali spieghiamo che il loro voto non andrà perso se voteranno per Renata Polverini - dice il candidato mancato - . Li ascoltiamo, cercando di rispondere alle perplessità che muovono. Uno a uno li invitiamo in piazza sabato 20. Insomma un impegno che continueremo a portare avanti sino in fondo. E a testa bassa perché sarebbe veramente una doppia beffa se dopo cinque anni di governo di centrosinistra che ha aumentato a dismisura le tasse, ha lasciato i conti andare fuori controllo, ha tagliato i servizi primari senza curarsi nemmeno della dignità dei malati ci ritrovassimo a essere governati da una nuova giunta di centrosinistra. Non dimentichiamo che dietro Emma Bonino c’è tutta la pletora dei candidati ed ex assessori della giunta Marrazzo. Quegli stessi che un mesetto fa hanno scelto di ingaggiare un ultimo, speriamo, consulente per un anno che, alla modica cifra di 50mila euro dovrà promuovere l’audiovisivo nel Lazio». A volte prende anche lui il telefono, chiama il primo nominativo libero e parla con tranquillità del perché «dobbiamo mandare a casa la sinistra». Ma mentre spiega i motivi che l’hanno portato a continuare una campagna elettorale «fuori dal PdL», con l’ostinazione quasi sfrontata di un trentacinquenne cresciuto tra europeismo cattolico e politica di piazza, traspare dai suoi occhi verdi una dose evidente di amarezza. «Direi doppia amarezza visto che sarei dovuto essere candidato nella Lista Polverini ma poi si è deciso di candidarmi nella lista PdL. Chi poteva immaginare tutto questo? Nel primo caso sarei rimasto in lizza. Bè, penso che sarebbe stupido dopo tutto l’impegno messo in atto, i programmi realizzati e i progetti tanto agognati dimenticarsi della responsabilità degli elettori romani che sostengono il PdL .

È vero, il PdL sulla scheda non ci sarà; Polverini sì, eccome».

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