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Nucleare, il Pd attacca e "chiama" la Cassazione Ma Romani frena: "Ora la priorità è la sicurezza"

La sinistra torna all'attacco. Bersani: "Se la Cassazione ritenesse che le dichiarazioni irresponsabili del premier avessero un fondamento giuridico, non vedo come sarebbe possibile non fare il referendum". Romani spegne le polemiche: "Non c'è alcuna contraddizione"

Nucleare, il Pd attacca e "chiama" la Cassazione 
Ma Romani frena: "Ora la priorità è la sicurezza"

Roma - La sinistra torna all'attacco. "Se la Cassazione ritenesse che le dichiarazioni irresponsabili del presidente del Consiglio avessero un fondamento giuridico - interviene Pier Luigi Bersani - non vedo come sarebbe possibile non fare il referendum, perché evidentemente in quelle affermazioni c’è il tradimento completo delle intenzioni dei referendari". Ma il ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, spegne le polemiche e ribadisce che la priorità resta la sicurezza del Paese.

Il Pd vuole la Cassazione Bersani "chiama" la Cassazione e mette di fronte alla suprema corte le considerazioni con le quali ieri Silvio Berlusconi ha legato slittamento del piano nucleare e sorti del referendum. "Ben prima del Giappone - rivendica - avevamo detto che il piano nucleare del governo non stava in piedi, da qualunque punto di vista lo si guardasse, tanto è irrazionale e sbagliato. E questo piano, allo stesso tempo, ha anche distrutto la politica delle rinnovabili, che ora boccheggia". "Certo - ribadisce - che quello in atto ora sul referendum è un imborglio, uno scippo. Vedremo - torna dunque a dire il segretario Pd - - cosa deciderà la Cassazione. Io aggiungo che ormai si è capito che chi non vuole il nucleare dovrà anche non volere Berlusconi, perchè mi pare intenzionato a insistere". 

La priorità è la sicurezza Sullo stop al nucleare "non esistono conntraddizioni con l’azione di governo". Romani ha però riaperto il dibattito sul nucleare nonostante un emendamento, già votato al Senato, avesse sancito uno stop." Ora la priorità è la sicurezza", ha aggiunto Romani, spiegando che con l’agenzia guidata da Umberto Veronesi si cercheranno di capire quali siano "i rischi per l’Italia ma anche quelli che vengono dagli altri Paesi europei, a partire dai più vicini". "Il referendum - ha spiegato il ministro - non pone garanzie sul nucleare, produrrebbe un 'no' e basta. Si andrebbe a votare su un tema vecchio". Quanto alle energie rinnovabili, fronte sul quale il ministero dello Sviluppo Economico è impegnato con un nuovo decreto, "abbiamo intenzione di sviluppare le energei rinnovabili per colmare il più possibile il nostro gap energetic.

Nel nostro futuro - ha sottolineato Romani - ci sono l’eolico e le biomasse e c’è in programa lo sviluppo del fotovoltaico".

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