Penso innovativo

Innovazione, intelligenza artificiale e futuro tech: al via la 6a edizione di "Penso innovativo"

Al via la sesta edizione di "Penso Innovativo", programma de Il Giornale: ecco di cosa si parlerà

Innovazione, intelligenza artificiale e futuro tech: al via la 6a edizione di "Penso innovativo"

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Innovazione, intelligenza artificiale e futuro tech: al via la 6a edizione di "Penso innovativo"

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Prende il via la sesta edizione di "Penso innovativo", il programma tradizionale de Il Giornale che parla di tecnologia e sostenibilità con sempre tanti protagonisti del settore dell'Economia, della Scienza e delle aziende. Il giornalista Marco Lombardo si è collegato con la redazione del quotidiano e con il Vice Direttore, Francesco Maria Del Vigo, per parlare sui contenuti e le tematiche offerte. "Penso innovativo è stato molto importante perché ha proiettato la nostra testata, che tra pochi mesi compirà 50 anni, nel futuro e nella tecnologia parlando di argomenti fondamentali per il futuro come sostenibilità e innovazione adesso molto legati al Pnrr nazionale", ha affermato Del Vigo. Tematica principale odierna riguarda l'uso presente e futuro sull'intelligenza artificiale con numerosi ospiti che hanno trattato l'argomento.

L'intelligenza artificiale

Come accennato, il tema principale riguarda l'intelligenza artificiale che ormai fa parte delle nostre vite quotidiane con, ad esempio, Chat Gpt. "È una vera e propria rivoluzione industriale che sancirà un punto a capo, una svolta totale nella storia", sottolinea Del Vigo. Pericolosità e costo sociale sono due aspetti della stessa medaglia, sono molto alti e per questo necessitano di essere normati.

Il primo ospite presentato da Marco Lombardo è il presidente dell'Unione giornalisti italiani scientifici (Ugis), Giovanni Caprara, con il quale si parlerà del modo con cui fare informazione. Cosa deve fare il giornalismo per pensare innovativo? "Scienza e tecnologia corrono, anche il giornalismo scientifico ma quello generale hanno bisogno di essere molto attenti a queste rapide evoluzioni che richiedono un certo impegno per essere comprese e riferite in maniera adeguata. Il giornalismo vive una bellissima stagione da questo punto di vista e si dovrà confrontare con temi di attualità e necessità quali cambiamenti climatici, vaccini, intelligenza artificiale. Tematiche che hanno a che fare con l'evoluzione delle conoscenze ma anche con la necessità della società di assimilare queste opportunità che possono migliorare o peggiorare la nostra vita in base a come noi le accoglieremo", spiega Caprara. In questo senso, bisognerà essere disponibili ad accettare un'evoluzione della nostra realtà informandoci, cercando di essere protagonisti e non farci "fagocitare da questo mondo".

L'Ugis è consapevole di questa realtà "e si rende conto che può essere uno strumento utile per aiutare il giornalismo in generale - sottolinea Caprara - e organizza una specie di giro d'Italia per interagire con i colleghi più generalisti per aiutarli, con seminari, a capire la realtà nella quale viviamo". Le aziede hanno un ruolo di primo piano perché producono beni di consumo che sono sempre più evoluti nella loro natura come spiega il presidente dell'Ugis.

Il secondo ospite è Nicola Gatti, professore e coordinatore dell'osservatorio di intelligenza artificiale del Politecnico di Milano. Marco Lombardo rivolge la domanda più importante, ossia se l'intelligenza artificiale sia più una grande opportunità o un grande pericolo. "Tutte e due, le stime economiche portano a dire che nel 2030 è previsto un plus nel Pil mondiale del 25%. Ci si aspetta un grande impatto a livello mondiale. Dal punto di vista del pericolo, questi strumenti possono essere utilizzati in modo non corretto come nel caso di ChatGpt e strumenti simili sui contenuti falsi che se messi in mano a persone che usano questi strumenti in modo automatico possono costruire molte notizie, molte immagini che poi è difficile verificare", spiega Gatti. Intelligenza artificiale generativa non vuol dire creativa, spiega l'esperto: si generano immagini o testi ma non si crea nulla di nuovo. Questi strumenti possono essere utilizzati nel marketing e in altri campi. Possiamo sostituire l'uomo? "Oggi non è contemplato", sottolinea.

Un altro aspetto delle tematiche trattate nella sesta edizione viene spiegato dal terzo ospite, Donato Ferri, Managing Partner EY Consulting Europe West. Marco Lombardo chiede cosa sia venuto fuori dalla ricerca effettuata da Manpower e Sanoma. "Nasce dalla necessità per avere strumenti solidi su un tema così incerto come l'intelligenza artificiale e avere fondamenta scientifici. Secondo gli studi, è una tecnologia di ultimo miglio che lega bene utente finale con chi ha competenze tecniche profonde, in grado di sbloccare la promessa sull'economia dei dati. Le stime fatte anche dall'Ue sull'economia dei dati che oggi vale il 4% del Pil dei Paesi Europei, nel 2030 varrà quasi il 7%. È evidente che l'IA generativa va vista come una tecnologia abilitante su tutto il mondo dei dati. L'impatto positivo per crescita economica c'è e andrà considerato come non rinunciabile". Se per molti lavori sarà un'opportunità, per tanti altri saranno necessari aggiornamenti (il 60% dei lavoratori). Alcuni posti di lavoro andranno perduti e i sistemi di welfare dovranno accompagnare questi processi, gli scenari di rischio andranno gestiti al meglio. Il 2024 sarà l'anno in cui il "disegno di questo nuovo mondo avrà un'accelerazione importante", conclude Ferri.

Il tema della sostenibilità

Da una tematica all'altra, ecco che adesso è arrivato il momento della sostenibilità nelle grandi aziende: Giorgio Busnelli, vice presidente sul largo consumo di Amazon Europa. "Amazon ha messo al centro della propria strategia la sostenibilità: i clienti lo richiedono e sentiamo la responsabilità della sostenibilità, soprattutto quella ambientale - spiega Busnelli - entro il 2040 c'è l'obiettivo di raggiungere nessuna emissione di CO2 con dieci anni di anticipo rispetto a quanto stabilito con accordo di Parigi. Oltre 400 aziende si sono unite a noi per questo proposito molto ambizioso. Per questo motivo, cerchiamo modo di cambiare in alcune dimensioni molto importanti: trasporti, vogliamo elettrificarlo per ridurre le emissioni; abbiamo lanciato hub di micromobilità, depositi che utilizzano metodi di consegna più sostenibili per ridurre traffico e congestionamento. Per la mobilità a lunga distanza c'è una tecnologia gratuita che mappa i luoghi più strategici per inserire nuove infrastrutture elettriche. Un altro pilastro importante è l'approvvigione da fonti di energia rinnovabile: siamo il maggior acquirente al mondo per il terzo anno di seguito. Infine, vogliamo rimuovere gli imballaggi superflui ottimizzandoli con macchinari che realizzano buste di carta che aderiscono perfettamente al prodotto, più leggere e con minori emissioni di CO2".

Il tema della Scienza

L'altro ospite del Giornale è Patrizia Caraveo, scienziata di fama mondiale e dirigente di ricerca dell'Istituto Nazionale di Astrofisica di Milano che parlerà di inquinamento. "Per vedere le stelle occorre non sporcare il cielo. Quello che succede negli ultimi anni, soprattutto, è una incredibile proliferazione di satelliti artificiali per le grandi costellazioni che forniscono servizi, Internet e in tutti gli angoli della Terra. È un servizio meritorio anche se non è fatto per beneficienza ma per modelli di business che prevedono ricavi miliardari. Ha iniziato Elon Musk che conta oltre cinquemila satelliti in orbita: è un numero molto grande perché Musk è padrone di oltre metà dei satelliti attivi attorno alla Terra. Una configurazione mai vista di una persona sola che ha così tanti oggetti in orbita", spiega la scienziata. Il problema deriva dal fatto che, di notte, diventano come "faretti" in cielo, si ritrovano queste "stelle artificiali" semoventi. "È un grossissimo problema per l'astronomia - spiega la Caraveo - per tutti quelli che vogliono preservare la qualità del cielo. Sono in corso azioni tra società astronomiche e le ditte che costruiscono gli strumenti ma anche a livello istituzionale perché non c'è nessuna legislazione che controlla questo business".

Subito è il turno di Piero Martin, fisico e professore all'Università degli Studi di Padova e responsabile scientifico del progetto DTT di Frascati sulla fusione nucleare. Nella Cop 28 si è riparlato di nucleare, cosa che Il Giornale tratta da tempo. "È una notizia interessante perché ci rendiamo sempre più conto quanto sia pericolosa la dipendenza dai combustili fossili e il tema della povertà energetica. Poi c'è il grande tema ambientale, ed è chiaro che a questo punto è necessario esplorare qualsiasi tipo di fonte energetica senza CO2. Tra questi c'è anche il nucleare", spiega Martin. L'esperto ha spiegato differenza tra fissione e fusione: nel primo caso è il processo che parte dall'uranio e lo "spezza", la fusione unisce nuclei leggeri. "La fusione ha molti vantaggi, non ha grandi processi ed è sicuro. Su questo aspetto si stanno facendo ricerche: la comunità internazionale è al lavoro con esperimenti, come in Francia con il processo Iter". A Frascati, invece, c'è il progetto made in Italy che spiegherà i flussi di energia di questi sistemi. Lombardo chiede come potranno, le aziende italiane, recuperare il terreno perso sul nucleare. "Da noi non si è mai fermata la ricerca e nemmeno lo sviluppo industriale. Le nostre aziende hanno costruito moltissimi componenti anche per gli esperimenti internazionali - spiega il fisico - abbiamo gli elementi per ripartire. Sarei ottimista purché ci sia una volontà forte frutto di scelte politiche e processo di alleanza tra Scienza, industrie e pubblica opinione così da capire tutti insieme che se vogliamo risorvere emergenza climatica e transizione energetica, bisogna esplorare tutto quello che abbiamo a disposizione".

Il tema della mobilità

Ultimo ospite ma non per importanza ecco il Presidente dell'Aci (Automobile Club Italia), Angelo Sticchi Damiani, con il quale si è parlato di mobilità del futuro. "Viviamo transizione che si sta evolvendo anche concettualmente. Ci stiamo riposizionando verso neutralità tecnologica con auto del futuro a basse emissioni, prossime a zero, ma alimentate a motore idrogeno e bio-fuel. È un sospiro di sollievo per chi ama motore endotermico che non sono convinti del motore elettrico che rimane comunque grandissima opportunità", spiega Sticchi Damiani.

"Oggi si affronta questo problema senza termini rigorosissimi, anche l'Europa si sta convincendo che non c'è una sola strada per ridurre inquinamento atmosferico".

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