Rubrica Cucù

Onore al Milite Ignaro, eroe a sua insaputa

Per uno scherzo patriottico del calen­dario, la festa delle Forze Armate coincide quest’anno col giorno della Vit­toria da cui fu originata

Per uno scherzo patriottico del calen­dario, la festa delle Forze Armate coincide quest’anno col giorno della Vit­toria da cui fu originata.

Me li ricordo da bambino, il 4 novem­bre, i reduci del 15/18,il loro estremo Ot­tocento di ragazzi del ’ 99 finito in trincea. Quello di novembre era il ponte di diopa­triaefamiglia, perché celebrava i santi, i morti e gli eroi.
Nell’aria l’odore di castagne arrostite. Poi l’Italia li dimenticò e noi ragazzi di de­stra restammo soli col tricolore in mano. Dopo, venne una timida ripresa d’italia­nità fra Craxi e Spadolini,
poi Ciampi e da ultimo Napolitano.

A me colpivano da bambino il Milite Ignoto e il mistero tragico della sua iden­tità. Dicevano che ci poteva essere chiun­que dentro la sua urna, anche mio zio Francesco disperso al fronte.

Col Milite Ignoto la religione della pa­tria prese a Roma il posto dell’Altare per il re.

La patria si democratizzò in piena mo­narchia.

Poi lessi Junger ed Evola che ce­le­bravano nel Milite Ignoto l’impersona­lità eroica, l’azione pura e assoluta che non mira neanche al riconoscimento e al­la gloria.

Magnifica visione, ma la verità del Mili­te Ignoto era la sua spaesata umanità di povero ragazzo, magari un fante contadi­no che non era mai uscito dalla terra sua, che non sapeva niente della vita e si trovò coscritto a saper tutto della morte. Era il Milite Ignaro, e la sua era la purezza dei bambini e degli agnelli più che degli eroi e dei titani.

Eroe a sua insaputa, ingenuo, recalci­trante o solo docile ai superiori e al fato.

Ma il sacrificio lo rese grande.

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