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È ora che i calabresi paghino il conto

Nel 2009 in Italia ci sono stati 325 errori gravi nella sanità italiana, di questi ben 79 sono stati in una regione sola, la Calabria, uno su quattro. Dove si spende di più si sbaglia di più. In Calabria il Servizio Sanitario Nazionale paga per ogni cittadino 201,8 euro, nella Provincia Autonoma di Bolzano circa 110 euro, in Lombardia 148.
Questi dati forniti dal Rapporto Osmed dell'Istituto Superiore di Sanità sui primi dieci mesi del 2010 sembrano confermare quanto sosteneva un grande economista americano, Milton Friedmann, e cioè che in sanità i problemi finanziari sono causati dalla mentalità per la quale è sempre qualcun altro a pagare e chi spende non ragiona mai né in termini di solvibilità (se cioè ha i soldi per pagare) né in termini di utilità (se cioè quello che se attraverso quello che si paga si raggiungono degli obiettivi oppure no).

Così facendo al crescere della spesa non corrisponde una maggiore qualità dei servizi: i dati dimostrano il contrario. E lo dimostra anche la soddisfazione degli utenti di questi servizi che è minore dove si spende di più, cioè al Sud: in Trentino la percentuale dei soddisfatti è vicina al 70%, sempre in Calabria è del 14 per cento. E qui non c'entra proprio nulla la cultura del piagnisteo che purtroppo caratterizza molti cittadini del Sud, qui sono le cose che non funzionano. C'è poco da fare.

Perché la Lombardia ha un sistema che funziona prendendo meno soldi di altre regioni? Per alcune caratteristiche che andrebbero esportate altrove. La prima è la libertà dei cittadini sul dove farsi curare. Una volta forse ciò non sarebbe stato possibile ma oggi, vista l'accresciuta consapevolezza dei cittadini riguardo alla salute e alle cure, tutto ciò è possibile. Del resto, c'è un sistema migliore che quello di mettere in concorrenza il pubblico e il privato per ottenere migliori risultati? La Lombardia non è la regione italiana con la maggiore percentuale di privato rispetto al pubblico in sanità. Non è la quantità di privato esistente in una regione la chiave di volta perché il privato può essere monopolista (o quasi) e fare quello che vuole. l'importante è la competizione tra pubblico e privato perché se non sono messi in gara tra loro e spinti a dare il meglio la percentuale maggiore di privato può anche aggravare la situazione. Anche perché fuori dalla competizione il malaffare la fa da padrone, spesso tutto si riduce ad uno scambio tra politica corrotta e imprese corrotte con la presenza dominante della criminalità organizzata. La competizione risolve tutto questo? No, ma porta sulla strada giusta. Non sarà un caso che la Lombardia ha il primato positivo tra i lombardi che vanno a curarsi in altre regioni e coloro che da altre regioni vanno a curarsi in Lombardia: il saldo positivo si attesta a 70.000 unità.

In Italia c'è poi un sistema che si chiama DRG (Diagnosis-related group). Questo sistema permette di classificare tutti i pazienti dimessi dall'ospedale per gruppi omogenei di diagnosi e verificare quanto costa un paziente in un ospedale (pubblico o privato) e in un altro. Con questo sistema è ovvio che si controlli e si possarisparmiare sulla spesa sanitaria. Si paga la prestazione, non si paga la spesa sanitaria a fine anno fuori da ogni controllo.
Se ci fosse il federalismo fiscale questo modo di ragionare e di agire sarebbe incoraggiato perché quella spesa sarebbe pagata direttamente dai cittadini di quella regione. Ci sarebbe maggiore responsabilità nella spesa e quindi maggiori controlli su di essa. Si attuerebbe la famosa : pago, controllo, voto.

E forse ci sarebbero anche meno casi di malasanità e spenderemmo tutti meno.

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