Economia

Ora l’Ingegnere è a un bivio: cessioni o il cavaliere bianco

Doppia Opa prima su Premafin e, a cascata, sulla controllata Fondiaria Sai. Il verdetto della Consob gela il mercato che scommetteva su una risposta diversa. Qualora i francesi di Groupama volessero partecipare all’aumento di capitale di Premafin, dovranno lanciare un’offerta pubblica di acquisto sulla holding e sulla sua controllata. Dopo mesi di attesa, con una lettera di poche righe inviata al quartiere generale di Groupama, l’organo di vigilanza della Borsa risponde al quesito posto dai francesi sul possibile obbligo di Opa. Nella sua interrogazione, Groupama non aveva nascosto anche un interesse per una quota del 17-20% in Fondiaria Sai.
Il punto centrale sono le motivazioni del verdetto che la commissione guidata da Giuseppe Vegas ha spedito a Parigi solo ieri sera via fax chiedendo a Groupama di chiarire se intende o meno procedere con l’alleanza con i Ligresti. Tra gli aspetti che avrebbero convinto Consob a fare scattare l’obbligo di Opa ci sarebbe comunque il vincolo di lock up assunto da Premafin a tutela di Groupama, ma grande attenzione è stata rivolta anche al ruolo del finanziere Vincent Bollorè che prima è diventato socio dei Ligresti poi ha favorito i contatti con il gruppo francese. Alcuni osservatori temono, però, che dietro questa scelta ci sia la volontà di tenere lontano un gruppo francese dall’Italia.
Dopo il verdetto non si è fatta attendere la risposta di Groupama che, in un comunicato, prende atto del parere dell’Autorità e ricorda che la partecipazione alla ricapitalizzazione di Premafin «è condizionata dall’assenza dell’obbligo di lanciare un’offerta pubblica di acquisto sul capitale di Premafin e/o delle sue controllate». Groupama «esaminerà la situazione creatasi» dopo che Consob avrà spiegato le motivazioni della propria decisione. Lo scorso ottobre, Groupama e Premafin avevano raggiunto un accordo che prevedeva l’ingresso dei francesi nell’azionariato della holding della famiglia Ligresti con una quota del 17%, nell’ambito di un aumento di capitale di 225 milioni. Le future mosse dei francesi sono di difficile interpretazione. Il 16 gennaio, Jean Azema, ad di Groupama, aveva dichiarato che il gruppo avrebbe sufficienti risorse per sostenere l’Opa. Secondo gli analisti era semplicemente pretattica.
Ieri mattina, tutti i titoli della scuderia Ligresti sono stati sospesi dalle contrattazioni in attesa di una nota. «Un tempismo perfetto - commentano dalle sale operative - le azioni sono state sospese proprio venerdì, lasciando ai soggetti interessati almeno un weekend per trovare una soluzione». Secondo un analista, ora la situazione finanziaria di Fondiaria Sai diventa «incandescente». Premafin, infatti, dopo la ristrutturazione del debito avvenuta a fine dicembre, non ha scadenze importanti: la prima è in agenda a fine 2012 per 15 milioni. Fondiaria Sai, al contrario, ha una situazione patrimoniale sotto stress. Il bilancio sarà annunciato il 23 marzo, ma il gruppo ha già messo le mani avanti, annunciando un aumento da 460 milioni, di cui 100 milioni sarebbero arrivati da Premafin. Lo stesso consorzio di garanzia guidato da Crédit Suisse era vincolato all’ingresso dei francesi. Adesso bisognerà ritrattare su tutto.
«La situazione è incerta e il tempo stringe. La famiglia Ligresti non può affrontare due aumenti di capitale senza cedere il controllo: o Premafin trova un nuovo socio o sarà costretta a vendere diverse attività», puntualizza un analista.

Una cosa invece è certa, senza una soluzione nel weekend, i titoli della scuderia Ligresti lunedì crolleranno in Borsa.

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