Cronaca locale

Ragusa, torture e violenze per punire chi sgarrava, arrestato pusher

Arrestato pusher per tentata estorsione aggravata, lesioni personali e detenzione ai fini di spaccio delle droghe. Per punire il furto di alcune piantine di marijuana chiuse in una cella frigorifera un uomo

Ragusa, torture e violenze per punire chi sgarrava, arrestato pusher

Una banda di pusher che - spiegano gli investigatori dell'Arma - non esitavano ad "affrontare le questioni di debiti legati alla droga con atteggiamenti violenti e crudeli". Gli episodi fanno capo a Sandrix Vincenzo Musumeci, 21 anni, di Scicli. Per l'uomo sono scattate le manette dopo le indagini dei carabinieri. Le risultanze invastigative per esempio, hanno permesso di scoprire il modul operandi dell'uomo che per punire il furto di alcune piantine di marijuana ha chiuso la propria vittima in una cella frigorifera, tentando di dargli fuoco. Adesso l'uomo dovrà rispondere di tentata estorsione aggravata, lesioni personali aggravate e detenzione ai fini di spaccio delle droghe. Le indagini, scattate a novembre del 2018 e andate avanti sino allo scorso febbraio, hanno permesso di sgominare una banda di giovani tra i 20 e i 30 anni dedita allo spaccio di cocaina, hashish e marijuana nelle piazze di Scicli e Modica, nel Ragusano. Un gruppo,
Intercettazioni telefoniche e ambientali, pedinamenti e servizi di osservazione hanno svelato il ruolo centrale all'interno del gruppo rivestito da Musumeci, particolarmente abile nel piazzare partite di droga di vario tipo e spesso aiutato da un ventinovenne tunisino da anni residente a Scicli. Ma le indagini, soprattutto, hanno consentito di far luce anche su un grave episodio di violenza accaduto a maggio del 2018. Vittima un giovane di Scicli, ritenuto responsabile del furto di alcune piantine di marijuana che l'indagato coltivava. Musumeci, dopo aver intimato più volte al malcapitato di consegnare 500 euro a titolo di risarcimento per il presunto furto, aveva deciso di farsi giustizia da solo. La vittima fu portata in una cella frigorifera-container in quel momento spenta e minacciata di morte. Poi il tentativo di bruciarlo in volto con un cannello di gas acceso e solo la reazione del malcapitato che si coprì la faccia con le braccia, riportando ustioni sugli avambracci, scongiurò il peggio.

"Musumeci aveva colpito il giovane con calci, pugni e schiaffi - raccontano gli investigatori - e gli aveva intimato di poggiare la mano su un ceppo per mozzargli le dite con un'ascia che brandiva". Una scena terrificante interrotta solo grazie all'intervento di alcuni conoscenti del ragazzo che ne avevano favorito la fuga. Per lui era stato necessario il ricorso alle cure dei medici dell'ospedale che lo hanno dimesso con diversi giorni di prognosi. Musumeci è stato sottoposto agli arresti domiciliari mentre il tunisino è stato sottoposto all'obbligo di dimora nella città di residenza. Altri soggetti risultano indagati a piede libero per reati inerenti agli stupefacenti.

"L'operazione dei carabinieri operata in stretto coordinamento con la procura iblea - spiegano gli inquirenti - ha colpito soggetti che agivano con professionalità nello smercio di stupefacenti, e, soprattutto, si ponevano nei confronti dei creditori con metodi intimidatori e crudeli che avrebbero condotto a più gravi conseguenze se non fermati in tempo".

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