Cronaca locale

Riaperta l'inchiesta sull'omicidio di Aldo Naro: tre nuovi indagati

La morte del giovane medico palermitano Aldo Naro resta un mistero che non ha ancora trovato una soluzione. Il caso dopo 5 anni è stato riaperto e oggi sul registro degli indagati ci sono tre persone

Riaperta l'inchiesta sull'omicidio di Aldo Naro: tre nuovi indagati

L'omicidio del giovane medico Aldo Naro alla discoteca Goa di Palermo allo Zen non fu commesso da un solo buttafuori del locale ma anche da altri tre suoi colleghi. È quanto sostiene il giudice per le indagini preliminari Filippo Serio che ha quindi rigettato la richiesta di archiviazione della procura e chiesto nuove indagini. Gli altri tre uomini coinvolti e per i quali viene richiesto alla procura l'iscrizione nel registro degli indagati, con l'accusa di omicidio volontario in concorso, sono Pietro Covello, buttafuori irregolare, e Gabriele Citarella e Francesco Troia, vigilantes regolari. La famiglia della vittima chiede alla procura l'avocazione delle indagini dopo avere scoperto che il referto di una Tac è scomparso dal fascicolo della procura.

Aldo è morto il 14 febbraio 2015, nella discoteca Goa di Palermo. Durante la serata, mentre il ragazzo festeggiava la laurea del giorno prima, è scoppiata una rissa, causata dal furto di un cappello da cowboy che portava il giovane medico e che altri ragazzi non volevano restituirgli. Sembrava una semplice baruffa, invece, era l'inizio di una rissa scoppiata alla fine per futili motivi. Sono stati attimi concitati e soprattutto la gran confusuone ha creato un fuggi fuggi generale che ha alimentato ancora di più la baraonda. Al termine della lite, Aldo caduto a terra privo di sensi è stato soccorso dai sanitari del 118. Un intervento che poi si è rivelato inutile. Le indagini hanno portato, nel novembre del 2015, alla condanna a 10 anni di reclusione, del buttafuori del locale, Andrea Balsano, che all'epoca dei fatti aveva 17 anni. Balsano aveva precedentemente confessato di aver colpito Aldo con un calcio alla testa, che l'autopsia ha ritenuto fatale. Anche se le discrepanze tra il referto autoptico e le reali lesioni subite da Naro hanno fatto sin da subito pensare che la realtà fosse un'altra. Oggi è arrivata la richiesta della riapertura delle indagini.

Sulla morte di Aldo Naro si è occupata anche la trasmissione delle Iene e proprio l'inviato palermitano Ismaele La Vardera è stato aggredito mentre indagava sulla vicenda del giovane medico palermitano. "Per la morte di Aldo Naro, un giovane per bene e dalla faccia pulita è stata condannata una persona ma non c’è ancora assoluta chiarezza su ciò che è successo - spiega La Vardera, originario proprio di Palermo -. Da oltre un mese e mezzo stiamo cercando di ricostruire la vicenda”. Secondo la ricostruzione fornita proprio da La Vardera c’è una giovane ragazza, al centro del giallo. "All’uscita del teatro ci ha raggiunto un uomo, il fidanzato della ragazza. L’uomo all’inizio si avvicina alla telecamera e ci minaccia verbalmente e poi all’improvviso si scaglia con violenza sull’operatore, che è dovuto andare in ospedale per accertamenti”. Mentre l’aggressore, che i colleghi del ragazzo chiamano “Marco”, continua a picchiare Cappello, gli altri cercano inutilmente di fermarlo. "Noi non abbiamo nessuna intenzione di fermarci - dice La Vardera, visibilmente scosso - e anzi, andremo avanti con maggiore fermezza nel tentativo di chiarire le cause e le responsabilità per la morte di Aldo e presenteremo anche denuncia per questa aggressione, anche per tentata rapina perché chi ci ha aggredito voleva portare via la telecamera con il girato.

Oggi più che mai, dobbiamo rilanciare un hashtag che è diventato virale: #giustiziaperaldonaro".

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