Cronaca locale

Le dimore storiche della Sicilia tornano a nuova vita

La Regione siciliana ha stanziato 1,5 milioni di euro per il restauro di alcuni beni storici disseminati per tutta l'Isola

Le dimore storiche della Sicilia tornano a nuova vita

Le dimore storiche siciliane pronte alla loro nuova vita. La Regione siciliana, infatti, ha stanziato oltre 1,5 milioni di euro per il restauto e la sistemazione di 9 dimore storiche individuate da una commissione composta da funzionari del dipartimento dei Beni culturali. I lavori prevedono interventi conservativi e di restauro. A usufruire delle risorse, al momento, nove edifici. A Palermo: Casa Florio "I quattro pizzi" dell’Arenella (lavori di restauro e messa in sicurezza); Palazzo Alliata di Pietratagliata (manutenzione straordinaria e installazione di un ascensore per disabili); Villa Spina (completamento del restauro); Villa Lampedusa (messa in sicurezza delle strutture); Palazzo Filangeri (restauro dei prospetti e delle coperture). Poi Villa de Cordova di Sant’Isidoro a Bagheria, in provincia di Palermo (restauro e messa in valore della villa); Palazzo San Demetrio a Catania (consolidamento e ripristino del prospetto e adeguamento dei locali per la pubblica fruizione); Casa D’Alì a Trapani (restauro e miglioramento della fruizione della Casa Museo); Castello Baronale di Roccavaldina, in provincia di Messina (completamento delle opere di restauro e consolidamento).

"Questo è il primo significativo investimento triennale che intendiamo rinnovare nei prossimi anni - ha detto il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci - Questa iniziativa intende fare concorrere anche i beni privati al patrimonio culturale siciliano che entreranno nel circuito della valorizzazione e della fruizione pubblica, attraverso una forma di partenariato tra pubblica amministrazione e privati. Si tratta di edifici di pregio che raccontano la trama della nostra storia”.

Questa prima tranche di soldi proviene da un finanziamento di oltre 2,3 milioni di euro, stanziato dagli assessorati siciliani dei Beni culturali e dell’Economia per il triennio 2018/2020 e che serviranno per co-finanziare le spese sostenute dai proprietari, possessori o detentori a qualunque titolo di edifici dichiarati di interesse culturale ai sensi del Codice dei beni culturali e del paesaggio. Unica condizione richiesta per accedere al contributo è che questi edifici siano aperti periodicamente al pubblico e fruibili da cittadini e visitatori. La Regione interviene nella misura massima del 50 per cento della somma richiesta, fino a un massimo di duecentomila euro.

Con questi soldi si possono fare lavori di restauro, consolidamento, manutenzione ordinaria e straordinaria nonché lavori di somma urgenza per l’eliminazione di situazioni di rischio connesse al bene culturale. E’ possibile eseguire anche lavori per la realizzazione di strutture o impianti volti alla valorizzazione del bene o al suo utilizzo innovativo. L’abbattimento delle barriere architettoniche e l’efficientamento energetico sono ulteriori requisiti per l’accesso al finanziamento. I beneficiari di questi finanziamenti, sottoscriveranno con la Regione siciliana una convenzione con la quale si impegnano, almeno per 10 anni, a rendere fruibili al pubblico le loro dimore storiche e a renderle disponibili, almeno una volta al mese, anche per attività didattiche e scientifiche.

La Regione, insomma, continua il suo percorso di valorizzazione dei beni storici siciliani con l'aiuto dei privati.

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