Cronaca locale

Uccise il vicino per il fumo del barbecue: condannato a 16 anni

Ieri la condanna per Pietro Billitteri che ad agosto del 2018 uccise con due colpi di pistola il vicino che aveva acceso il barbecue

Uccise il vicino per il fumo del barbecue: condannato a 16 anni

Sedici anni per aver ucciso a colpi di arma da fuoco il vicino per una lite sul fumo del barbecue. Questa la sentenza emessa ieri dal gup Roberto Riggio nei confronti di Pietro Billitteri di 16 anni, accusato e condannato poi per l'omicidio di Cosimo D'Aleo, suo vicino di casa. L'episodio è avvenuto ad agosto del 2018. Il gup non ha considerato l'aggravante per futili motivi, mentre è stata riconosciuta l’attenuante della provocazione. Disposta dal giudice una provvisionale da 250 mila euro ai familiari della vittima che si sono costituiti parte civile.

Alle spalle una lunga storia di liti e provocazioni tra i due, che tutto hanno messo in piedi tranne i rapporti di buon vicinato. L'ultimo, quello fatale, è stata l'accensione di un barbecue. Fra i due vicini non correva buon sangue: dai problemi per il parcheggio, passando per quelli della biancheria stesa, fino alla radio accesa ad alto volume. La sera del delitto, Billitteri è sceso dal suo appartamento al primo piano fino al piano terra della palazzina per rimproverare D'Aleo di aver acceso il barbecue e che il fumo stava invadendo il suo appartamento. D’Aleo, come ricostruito durante il processo, colpì il suo vicino allo stomaco con un forchettone da barbecue.

Billitteri a quel punto salì in casa per recuperare l’arma (detenuta illegalmente) e minacciare il 43enne. Prima di aprire il fuoco, però, la vittima lo provocò: "Tanto non hai le palle per sparare". Quindi i due colpi che lo raggiunsero al torace e allo stomaco. Poi la fuga del 61enne a bordo di una Ford verso la Marinella, dove poi venne rintracciato dalla polizia e arrestato. "Ero stanco delle continue offese e provocazioni che ero costretto a subire", ha confessato agli inquirenti Billitteri. Secondo l'uomo, D'Aleo gli aveva reso la vita un vero inferno. Tanti i testimoni che hanno confermato i continui litigi tra vicini innescati spesso da D'Aleo, accusato in passato di rapina, aggressioni e violenze anche in famiglia.

"Ci insultava e ci derideva ogni volta che passavamo io e mia moglie. Era una continua minaccia", raccontava Billitteri in fase di deposizione. Poi la tragedia: "Stavo andando al lavoro. Ho dimenticato il badge e sono tornato a casa a prenderlo. Mi ha bucato la maglietta con il forchettone che stava utilizzando per arrostire la carne sul barbecue. Allora sono andato a casa, ho preso la pistola e sono ritornato in strada". Poi la fuga e l'arresto.

Ieri la condanna.

Commenti