Nuove scosse nella notte, 16mila sfollati, In Emilia il terremoto contionua fare paura. Ieri a ricordarlo è stato anche Benedetto XVI durante lAngelus in piazza San Pietro. Il Papa pensa «con affetto» alle persone e alle comunità colpite, invita alla solidarietà, ricorda le numerose chiese distrutte e le messe celebrate «allaperto o in grandi tende».
Il terremoto, osserva Benedetto XVI, è una situazione in cui si testa «la capacità di condividere la vita e i beni, di portare i pesi gli uni degli altri», e chi crede non può non essere colpito dal fatto che sotto i crolli ci sono anche tanti tabernacoli con le ostie consacrate. Cioè «Cristo è rimasto sotto le macerie». Per papa Ratzinger è evidentissimo il legame concreto tra i terremotati e la festa del Corpus domini, che «in Italia e in molti altri Paesi si celebra oggi».
La festa, per i cattolici, conferma la «presenza reale» di Cristo nellostia della comunione, custodita anche nei tabernacoli delle chiese. «Non posso a questo proposito - riflette il Pontefice - non pensare con commozione alle numerose chiese che sono state gravemente danneggiate dal recente terremoto in Emilia Romagna, al fatto che anche il Corpo eucaristico di Cristo, nel tabernacolo, è rimasto in alcuni casi sotto le macerie». Le messe allaperto, cioè Cristo in tendopoli come le persone rimaste senza casa, per il Papa, «fa risaltare ancora di più limportanza di essere uniti nel nome del Signore, e la forza che viene dal Pane eucaristico, chiamato anche pane dei pellegrinì». È «dalla condivisione di questo Pane», ha rimarcato, che «nasce e si rinnova la capacità di condividere anche la vita e i beni, di portare i pesi gli uni degli altri, di essere ospitali e accoglienti». Tra i gesti di solidarietà proposti da Benedetto XVI, anche quello della donazione del sangue, nella Giornata mondiale del donatore di sangue, promossa dalla Organizzazione mondiale della sanità. Benedetto XVI ha proposto anche alcune considerazioni sulla adorazione dellostia e il suo legame con la messa.
Il Papa: «Anche Cristo è sotto le macerie»
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