da Roma
«Dal fondo di questa umanità gaudente e disperata si leva uninvocazione straziante di aiuto», luomo post-moderno «ha ancora più bisogno di un salvatore». Benedetto XVI, prima di augurare Buon Natale in 62 lingue diverse, nel messaggio in mondovisione pronunciato dalla loggia centrale di San Pietro, usa parole che descrivono in profondità la situazione dellumanità contemporanea, accennando anche a «chi sceglie la morte credendo di inneggiare alla vita».
Lannuncio della nascita di Gesù, «nonostante il trascorrere dei secoli, conserva inalterata la sua freschezza», dice il Papa. Che però si domanda: «Ha ancora valore e significato un salvatore per luomo del terzo millennio? È ancora necessario un salvatore per luomo che ha raggiunto la luna e Marte e si dispone a conquistare luniverso; per luomo che esplora senza limiti i segreti della natura e riesce a decifrare persino i codici meravigliosi del genoma umano? Ha bisogno di un salvatore si chiede ancora Ratzinger luomo che ha inventato la comunicazione interattiva, che naviga nelloceano virtuale di internet» e ha ormai reso la terra «un piccolo villaggio globale?». Questuomo, aggiunge il Papa, «si presenta come sicuro e autosufficiente artefice del proprio destino, fabbricatore entusiasta di indiscussi successi». Ma proprio questuomo ha estremo e concreto bisogno di essere salvato. «Si muore ancora osserva Benedetto XVI di fame e di sete, di malattia e di povertà in questo tempo di abbondanza e di consumismo sfrenato. Cè ancora chi è schiavo, sfruttato e offeso nella sua dignità; chi è vittima dellodio razziale e religioso, ed è impedito da intolleranze e discriminazioni, da ingerenze politiche e coercizioni fisiche o morali, nella libera professione della propria fede».
«Cè chi continua il Papa vede il proprio corpo e quello dei propri cari, specialmente bambini, martoriato dalluso delle armi, dal terrorismo e da ogni genere di violenza in unepoca in cui tutti invocano e proclamano il progresso, la solidarietà e la pace per tutti. E che dire di chi, privo di speranza, è costretto a lasciare la propria casa e la propria patria per cercare altrove condizioni di vita degne delluomo? Che fare per aiutare chi è ingannato da facili profeti di felicità, chi è fragile nelle relazioni e incapace di assumere stabili responsabilità per il proprio presente e per il proprio futuro, si trova a camminare nel tunnel della solitudine e finisce spesso schiavo dellalcool o della droga? Che pensare conclude in un passaggio che sembra accennare al recente dibattito sulleutanasia di chi sceglie la morte credendo di inneggiare alla vita?».
Con questa rapida e drammatica panoramica, Benedetto XVI mostra come luomo abbia ancora bisogno di essere salvato. «Come non sentire che proprio dal fondo di questa umanità gaudente e disperata si leva uninvocazione straziante di aiuto?». Ecco dunque la disarmante risposta del Natale: «Oggi, anche oggi, il nostro Salvatore è nato nel mondo, perché sa che abbiamo bisogno di Lui. Malgrado le tante forme di progresso, lessere umano è rimasto quello di sempre: una libertà tesa tra bene e male, tra vita e morte. È proprio lì, nel suo intimo, in quello che la Bibbia chiama il cuore, che egli ha sempre necessità di essere salvato. E nellattuale epoca post moderna osserva il Papa ha forse ancora più bisogno di un salvatore, perché più complessa è diventata la società in cui vive e più insidiose si sono fatte le minacce per la sua integrità personale e morale».
Dopo aver ricordato le aree del mondo dove guerre e violenza funestano anche questi giorni, dal Medio Oriente allAfrica allAsia, Benedetto XVI spiega che Gesù «è nato per tutti. Dobbiamo proclamarlo non solo con le parole, ma anche con lintera nostra vita».
Il Papa: «Lumanità ha bisogno di un salvatore»
«Come non sentire che dal fondo di questa umanità gaudente e disperata si leva uninvocazione straziante di aiuto?»
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