Cultura e Spettacoli

Partita delle 12.30 in tv, ecco perché può restare sullo stomaco

Da una recente ricerca emerge che un nutrizionista su due giudica il «lunch match» insidioso per l'organismo: può provocare indigestioni e incremento di peso. Meglio guardarlo mangiando, molto meglio se in compagnia, cibi freddi e leggeri

Allarme alimentare per la partita di calcio delle 12.30: per un esperto su due rischia di provocare indigestioni o problemi di peso. Poca attenzione a ciò che si mangia; quantità che variano in base allo stato d'ansia; abitudine a mangiare soli. Gli esperti avvertono: per non sottoporre l'organismo a stress meglio affrontare la «partita della mezza» mangiando in compagnia, preferendo cibi freddi e moderando la foga.
Altro che forchetta, telecomando e tifo sfegatato. Per un esperto su due l'ormai classica partita domenicale delle 12.30 rischia di avere ripercussioni sull'organismo degli italiani, causando problemi legati alla digestione e al peso, e condizionare la tranquillità dell'intera giornata. A incrementare questi rischi contribuiscono sia l'orario degli incontri, che facilita lo scombussolamento dei consueti ritmi alimentari, sia la tensione della gara, che porta milioni di italiani a prestare poca attenzione a quanto, come e cosa si mangia.
È quanto emerge da uno studio del Polli Cooking Lab, l'osservatorio dell'omonima azienda italiana che analizza le tendenze nazionali e internazionali sul mondo dell'alimentazione, realizzato attraverso interviste a circa 100 esperti tra medici, nutrizionisti e dietologi, volto a verificare i riflessi che il «lunch match» di serie A ha sugli stili alimentari e sulla salute degli italiani.
Panini, focacce, stuzzichini ma anche pasta e piatti ipercalorici. Gli esperti avvisano i tifosi da tv: mangiare guardando la partita rischia di appesantire il metabolismo e di provocare problemi di natura digestiva
Quanto una partita di calcio giocata in quell'orario può incidere sugli stili alimentari? Per oltre 6 esperti su 10 (63%) i riflessi sono notevoli proprio perché temporalmente collocata in un momento della giornata delicato come quello del pre-pranzo. Inoltre è proprio per l'orario, come afferma il 32% degli intervistati, che la partita può causare problemi al corretto processo metabolico dell'organismo. Questo da un punto di vista alimentare, sottolinea un esperto su due (48%), vuol dire che l'organismo non si nutre in modo adeguato e appropriato, e il rischio è quello di eccedere senza averne pienamente coscienza (21%).
A tal proposito afferma il professore Michele Carruba, Direttore del Centro Studi e Ricerche sull'Obesità dell'Università degli Studi di Milano: «Mangiare durante la partita è sbagliato, che si stia a tavola o che la si guardi allo stadio. Coloro che mangiano incollati alla tv non si rendono conto di quanto e di cosa mangiano e non avvertono il senso di sazietà. Nel peggiore dei casi i tifosi da tavola mangiano quasi per edonismo, considerando il cibo quasi un accessorio, concezione che alla lunga può causare problemi legati al peso. Coloro che vanno allo stadio, invece, mangiano solitamente o nell'intervallo o durante la partita e molto spesso in piedi. In entrambi i casi il rischio maggiore è quello di non dare all'organismo quel giusto riposo dopo pasto che consente una metabolizzazione migliore di ciò che si è mangiato. Per questo è utile seguire una vecchia e cara regola che dice che il pranzo si fa con i piedi sotto il tavolo».
Ma come gli italiani affrontano la partita delle 12.30 da un punto di vista alimentare? Quasi 7 esperti su 10 (68%) affermano che la vivono con incoscienza. Gli errori più comuni sono la poca attenzione a cosa si ingerisce non tenendo conto del giusto bilanciamento nutrizionale (37%), porzioni ipercaloriche che rischiano di appesantire l'organismo (34%) e incapacità di avvertire il senso di sazietà per via della tensione da partita (47%).
Afferma a tal proposito Andrea Strata, docente di Nutrizione Clinica all'Università degli Studi di Parma: «Sicuramente la trans derivante dalla visione, allo stadio o in casa, della partita non fa percepire esattamente quanto e cosa si mangia. Un panino, un pezzo di pizza, un piatto di pasta, della carne o qualunque altro alimento viene consumato, è ingerito senza essere guardato e quindi con poca consapevolezza di ciò che si mangia».
Sopperire al fabbisogno alimentare nella giusta misura, consumare con moderazione ed evitare di mangiare da soli. Ed ecco quindi che per gli esperti la soluzione ideale per affrontare la partita delle 12.30 diventa il brunch
Quali sono gli atteggiamenti più sbagliati e da evitare? Gli esperti indicano mangiare frettolosamente panini e focacce (39%), svegliarsi e guardare la partita in tv da soli sgranocchiando sul divano (43%) o, peggio, andando direttamente a tavola (57%). In più è necessario concentrarsi e rendersi conto di quello che si ha nel piatto o in mano (41%). E gli effetti finali possono anche causare, per 1 esperto su 2 (52%), problemi di natura digestiva. Sottolinea infatti il professore Carruba: «Mangiare durante la partita significa accumulare stress e tensione nervosa che vanno a influire su una corretta digestione. Per metabolizzare meglio ciò che si mangia il sangue deve refluire nell'intestino. Stress e tensione nervosa, invece, destinano il sangue verso altre zone del corpo, rendendo quindi problematico il corretto processo digestivo. Ecco perché è sconsigliato mangiare prestando attenzione più alla propria squadra del cuore che al piatto».
Come conciliare dunque la passione sportiva e un corretto stile alimentare? Per gli esperti è opportuno, dunque, limitare la voracità (23%), mangiare nella giusta misura (26%) e soprattutto in compagnia (46%), perché così facendo è possibile vivere la partita con più tranquillità (42%) ed essere rimproverati se si esagera con il cibo (21%). E per quanto riguarda il dilemma su cosa e come mangiare, gli esperti suggeriscono una cucina rapida e veloce (37%), che sia leggera (42%), facilmente preparabile (27%) e poco impegnativa (18%). Aggiunge Andrea Strata: «La soluzione ideale, per diversi aspetti, è quella del brunch. Dal punto di vista alimentare consente di non saltare la colazione e di legarla al pranzo e di avere un'offerta ricca e varia di alimenti. Mentre per quanto riguarda la componente emotiva, il brunch contribuisce a stemperare la tensione della partita, dà più serenità e unisce amici e famiglie, elemento importante che corregge lo stravolgimento del pranzo domenicale apportato dalla partita delle 12.

30».

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