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Persino le malattie cambiano in base al reddito I poveri vittime di tosse e bronchite

I farmaci per le vie respiratorie non sono coperti dal servizio sanitario

Le persone più povere si ammalano più facilmente di malattie respiratorie: tosse, raffreddori, bronchiti. Chi non ha soldi per curarsi viene colpito da patologie differenti da chi è più benestante. È sorprendente quanto emerge dall'ultimo Rapporto dell'Osservatorio donazione farmaci; un dato che risulta dal conteggio dei medicinali più dispensati alle strutture caritative convenzionate con il Banco farmaceutico, che nel 2014 hanno distribuito quasi 1,3 milioni di dosi giornaliere.Che cosa chiedono le persone assistite? In primo luogo - appunto - medicinali per il sistema respiratorio (12,2 dosi giornaliere ogni mille pazienti); seguono i prodotti per l'apparato cardiovascolare (11,1), per il sistema gastrointestinale e il metabolismo (antiacido e antireflusso: 8,7), gli antimicrobici generali e gli antireumatici e antinfiammatori non steroidei.Le differenze con la popolazione assistita dal Servizio sanitario nazionale sono evidenti. Secondo il rapporto Osmed 2014, qui prevale nettamente la spesa per i farmaci vascolari, quasi doppia (42,4 euro all'anno pro capite contro 24,4) rispetto a quella per l'apparato gastrointestinale e il metabolismo. Vengono poi i medicinali per il sistema nervoso e soltanto quarte, in questa classifica dei medicamenti più richiesti, si piazzano le cure per il sistema respiratorio per una spesa di 12,8 euro annui a testa. A seguire, gli antimicrobici, i farmaci per il sangue e gli antinfiammatori. Perché queste diversità? In parte, spiega l'Osservatorio, si spiegano con il fatto che tra gli assistiti del Banco farmaceutico sono presenti meno anziani rispetto alla popolazione generale italiana. La ragione principale, tuttavia, è che quelli respiratori sono farmaci da automedicazione il cui costo non è coperto dal Ssn.

Per lo stesso motivo sono molto richiesti i farmaci per la febbre dei bambini (prodotti non rimborsabili che evidentemente i meno abbienti non hanno soldi per comprare) e gli antibiotici: «La povertà, le condizioni di vita e lavorative precarie e le abitudini dannose (tipiche della popolazione a basso reddito e meno istruita) rappresentano un fattore di rischio ampiamente riconosciuto per queste affezioni», spiega l'Osservatorio.SFil

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