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Disney, dopo quasi 100 anni perde i diritti di copyright su Topolino

Dal primo gennaio la Disney perderà, per la prima volta, i diritti di copyright su Topolino e Minnie ma non per tutte le versioni

Disney, dopo quasi 100 anni perde i diritti di copyright su Topolino

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Sono passati esattamente 95 anni da quando Topolino diventò il cartone animato cult, per eccellenza, della Disney: apparso per la prima volta in "Steamboat Willie", dal 1928 a oggi la multinazione americana ha sempre detenuto i diritti di copyright su Mickey Mouse. Non sarà più così dal primo gennaio 2024 quando scadranno le leggi sul diritto d'autore e sia Topolino che Minnie, l'inseparabile compagna, potranno essere adattati e modificati come meglio si crede.

Cosa cambia

Dopo quasi un secolo erano in pochi gli addetti ai lavori che credevano sarebbe mai arrivato questo momento ma, finalmente, almeno una versione del personaggio più iconico della cultura pop americana sarà disponibile per uso pubblico. "È così,emozionante perché in un certo senso è simbolico", ha dichiarato Jennifer Jenkins, professoressa di diritto e direttrice del Duke's Center for the Study of Public Domain. "Mi sento come la pipa sul battello a vapore, come se espellessi il fumo. È così eccitante", ha dichiarato alla rivista americana Fortune ricordando il primo cortometraggio con il celebre topo al timone di un battello a vapore fluviale.

La Disney è riuscita a prolungare il copyright più volte nel corso degli anni mentre i diritti sul "primo" Topolino sarebbero dovuti scadere nel 1984 ma già negli anni '70 la Disney fece pressioni per estendere quella durata per altri 20 anni creando nuova legge sul copyright chiamato "Copyright Act", era il 1976. Vent'anni dopo, con la fine del nuovo diritto d'autore su Topolino, la Disney fece nuovamente pressioni per un'ulteriore estensione portandolo al Copyright Term Extension Act del 1998, chiamato non a caso "Mickey Mouse Protection Act".

Quali saranno i limiti

"La legge degli Stati Uniti ha consentito di mantenere il diritto d'autore per novantacinque anni dopo che il Congresso lo ha ampliato più volte durante la vita di Topolino", ha sottolineato la Jenkins. Attenzione, però: Topolino è cambiato più volte nel corso della sua vita tant'é che quello che diventerà di dominio pubblico è solamente il Mickey Mouse della primissima versione, ossia il topo il naso a punta, gli occhi senza pupille e la sua lunga coda ma rimarranno protette tutte le versioni successive tra le quali quelle più moderne che conosciamo bene con i pantaloncini rossi e guanti bianchi. "Disney possiede anche i marchi dell'incarnazione moderna di Topolino, conferendo alla mascotte del marchio una protezione ancora maggiore", spiegano gli esperti a Business Insider.

La nota della Disney

"Le versioni più moderne di Topolino non verranno influenzate dalla scadenza del diritto d'autore di 'Steamboat Willie' e Topolino continuerà a svolgere un ruolo di primo piano come ambasciatore globale per la Walt Disney Company nella nostra narrazione, nelle attrazioni dei parchi a tema e nel merchandise", ha spiegato la Disney in una dichiarazione all'Associated Press. In ogni caso, non tutte le caratteristiche o i tratti della personalità mostrati dal poliedrico personaggio di Topolino sono necessariamente protetti da copyright: quanto accadrà nei prossimi giorni aprirà una strada futura dove i tribunali potrebbero essere impegnati a determinare cosa sarà proprietà della Disney e cosa no. "Naturalmente continueremo a proteggere i nostri diritti nelle versioni più moderne di Topolino e altre opere che rimangono soggette a copyright", ha sottolineato la società.

La Disney detiene ancora saldamente e separatamente un marchio su Topolino come "mascotte aziendale" e identificatore del marchio con la legge che vieta di utilizzare il personaggio in modo ingannevole nei confronti dei consumatori facendogli credere che un prodotto provenga dal creatore originale.

"Chiunque avvii una compagnia cinematografica o un parco a tema non sarà libero di fare delle orecchie da topo il proprio logo".

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