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"L'ha portato via in un giorno". La rivelazione dell'amico di Costanzo

Giorgio Assumma, l'avvocato e amico fraterno di Maurizio Costanzo, in un'intervista racconta le cause della morte del mattatore tv, spazzando via le illazioni sul suo stato di salute

La rivelazione dell'amico sulle cause della morte di Maurizio Costanzo

Non esistono parole per commentare una morte, un fatto tragico ed inevitabile della vita che spinge ognuno di noi a rimescolare le carte, soprattutto quando si tratta di una persona cara. Si ricordano le gioie e si tende a dimenticare i dolori; l'unico presente, che non dà pace, è quello della causa, il motivo per cui qualcuno, che è stato al nostro fianco tutta la vita, ci è stato strappato via. È questo il ricordo di Giorgio Assumma, ex presidente Siae, avvocato e confidente di molte star di cinema e tv, ma soprattutto il miglior amico di Maurizio Costanzo, che oggi sulle pagine del Corriere, ha raccontato cosa, inaspettatamente, lo ha portato via da questa vita.

Costanzo non era malato, come molti vociferano in questi giorni, si trovava in ospedale per un piccolo intervento superato brillantemente. "Una sciocchezza, nessuno di noi era preparato al peggio" racconta Assumma: "L'ho sentito per parlare di lavoro, era di ottimo umore, stavamo pensando ad una nuova sceneggiatura per il cinema. Mi ha salutato dicendomi: 'Ci vediamo presto, non questa settimana, ma la prossima'”. Ma invece le cose non sono andate così: "Una polmonite se l’è portato via. Il giorno dopo è morto", rivela Assumma ancora incredulo, cancellando con le sue parole, tutte le varie ipotesi che in questi giorni si sono fatte sulla scomparsa di uno dei più grandi giornalisti italiani.

Costanzo e Assumma si conobbero nel 1973: "Ero presidente della Rusconi Film, lo contattai per un biopic su De Gasperi, poi la politica ci impose Rossellini. Lui non se la prese: “Le cose al mondo vanno così”. Da allora però non ci siamo più persi. Almeno una telefonata al giorno, caffè ogni lunedì e mercoledì al bar Vanni, davanti alla Rai. Mi chiedeva un giudizio su ogni progetto, io consiglio sulle cause legali, mai uno screzio". Un'amicizia la loro, che somiglia molto ad un rapporto fraterno: "Era il mio unico vero amico. Adesso con chi parlerò?", confessa sconsolato l'avvocato, che con Costanzo oltre la carriera ha condiviso anche le piccole e grandi cose della sua vita. Era scaramantico e al teatro Parioli, per il Maurizio Costanzo Show, c’era sempre una poltrona in prima fila prenotata per Assumma: “Se ci sei tu io mi sento più tranquillo” mi diceva, l’unica volta che mancai gli misero la bomba in via Fauro.

Da allora mi fece promettere che non avrei più perso una puntata".

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