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Condannato per furto Fabrizio Corona. Ma è solo un omonimo

Questa mattina si era diffusa la notizia di una condanna per tentato furto ai danni di Fabrizio Corona e un suo complice: la sentenza, però, si riferiva a un suo omonimo, ecco cosa è stato scoperto

Condannato per furto Fabrizio Corona. Ma è solo un omonimo

Sembrava fosse finito nuovamente nei guai ma questa volta non si tratta di lui: Fabrizio Corona non ha commesso alcun tentativo di furto in un appartamento di Roma con l'aiuto di un complice così come era stato diffuso in un primo momento. Infatti, secondo la notizia riportata dall'Ansa, la Corte di Cassazione lo aveva condannato a un anno e 10 mesi di reclusione ma il caso è stato risolto: si tratta di omonimia, non è il Corona re dei paparazzi.

La smentita dell'avvocato

A fare chiarezza sulla vicenda ci ha pensato sui social l'avvocato Ivano Chiesa a spiegare che la persona condannata dalla Cassazione è un'altra. "Volevo tranquillizzare tutti quanti quelli che lo conoscono e che gli vogliono bene che non è vero, la notizia è completamente sbagliata", spiega Chiesa. "Fabrizio Corona non è stato condannato per questo reato - sottolinea - si tratta di un omonimo nato a Roma". L'avvocato aggiunge che sarebbero stato "paradossale" che Corona sarebbe finito a compiere furti in appartamento e sarebbe stato altrettanto strano che avesse subìto una condanna in Cassazione "senza sapere niente né del primo e né del secondo grado né lui e nemmeno io. Abbiamo verificato, ho in mano la sentenza - specifica Chiesa - che riguarda un soggetto che si chiama come lui ma che è nato a Roma in una data diversa. È un omonimo e non è Fabrizio Corona".

La sentenza dell'omonimo di Corona

In realtà, quindi, la sentenza 1368 emessa dalla quinta Sezione penale della Suprema Corte che ha deliberato sull'udienza svoltasi il 9 novembre 2022 non riguarda assolutamente il personaggio televisivo che ha avuto altri generi di grattacapi con la giustizia. L'omonimo aveva tentato un furto "in collaborazione con altre due persone, un 'basista cognato' di uno dei coniugi residenti dell'appartamento preso di mira e Alessandro P., giudicato separatamente". In realtà il furto non è mai avvenuto grazie all'appostamento di un capitano dei carabinieri che si era appostato al piano superiore rispetto all'appartamento che sarebbe dovuto essere violato: alcuni rumori mettalici avevano fatto desistere i due che, secondo la sentenza della Cassazioone, "allarmati probabilmente dal rumore, benché minimo, hanno deciso di interrompere l'azione criminosa".

Insomma, una volta tanto, per Fabrizio Corona nessun guaio in vista, nessuna ammenda né tantomeno una condanna da scontare con la reclusione.

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