La piccola guida per le vacanze in montagna

Estate, tempo di vacanze. Anche in montagna. In linea di massima per i bambini di età inferiore a 1 anno è consigliabile un’altitudine non superiore a 1500 metri, anche se molti bambini stanno benissimo ad altezze superiori. Altitudini superiori a 2000 metri non sono consigliabili per un lattante: a prescindere da problemi di temperatura, l'alta quota determina irritabilità, inappetenza e disturbi del sonno.
In occasione di rapide variazioni di altitudine si possono avere problemi di compensazione della pressione fra l'orecchio medio e l'esterno, con conseguente trauma (barotrauma, si dice) sul timpano. Ciò è vero soprattutto per chi, piccolo o grande, ha difficoltà a respirare con il naso, magari per un lieve raffreddore. Noi avvertiamo il problema dapprima con la sensazione di «orecchio tappato», che se prosegue può tramutarsi in vero e proprio dolore; il lattante segnala normalmente il disagio piangendo.
Per prevenire il disturbo è utile stimolare la deglutizione (tenendo il succhiotto durante il viaggio o fermandosi ogni tanto per una sorsata dal biberon); allattare in auto può essere un modo per unire l'utile al dilettevole, ma non è raccomandabile farlo per ragioni di sicurezza: il bambino deve viaggiare sempre su un sistema di contenzione di sicurezza (seggiolino). Una volta in montagna, il bambino si troverà benissimo anche in caso di clima freddo.
Per chi viaggia in auto sono valide alcune raccomandazioni. La causa principale di lesioni ai bambini è rappresentato dagli incidenti. Abituatevi, fin dai primi giorni di vita del bambino a controllare dove è posto e gli oggetti che possono venire a contatto con lui. In auto il bambino va sempre posto nel seggiolino omologato di sicurezza. Non permettetegli mai di viaggiare in braccio a voi.
I seggiolini per auto sono obbligatori dal 1988, ma solo con il nuovo Codice della strada (entrato in vigore dal 1° ottobre 1993) sono state emanate norme precise per il loro utilizzo.
Per trasportare i neonati si può utilizzare una apposita navicella «di sicurezza», da sistemare sul sedile posteriore e da fissare con speciali cinture in dotazione. Il neonato viene trattenuto all'interno da una fascia antiribaltamento situata all'altezza dell'addome. La culla ha una speciale imbottitura antiurto di polistirolo ma, per evitare che il piccolo si sposti all'interno della navicella durante il viaggio a causa degli scossoni dell'auto, sarà utile collocare ai lati del bambino due copertine.
Il posto più sicuro sia per un bambino piccolo sia per un bambino grande è in tutti i casi il sedile posteriore dell'auto: secondo l'Accademia Americana di Pediatria il rischio di trauma è maggiore del 29% per i bambini sul sedile anteriore, anche se non c'è l'air-bag.
Se il bambino «soffre l'auto» il pediatra potrà consigliarvi alcuni farmaci.

In genere antistaminici che hanno un effetto antiemetico, calmano il vomito, danno sonnolenza e talora fanno aumentare l'appetito (tale fenomeno è un effetto secondario e non bisogna somministrare tali farmaci per questo motivo). Normalmente il bambino al di sotto dei 2-3 anni, salvo rare eccezioni, non soffre di mal d'auto.
*presidente Apeg

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica