Politica estera

L'aereo, i "terroristi" e le accuse: i golpisti del Niger contro la Francia

Duplice accusa del Niger alla Francia: i golpisti denunciano la violazione dello spazio aereo e la presunta liberazione di terroristi da parte dei militari di Parigi. Tra Niamey e l'ex madrepatria il solco è sempre più profondo

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Nervi tesissimi tra la giunta militare che il 26 luglio scorso ha preso il potere in Niger e la Francia di Emmanuel Macron. Nella giornata odierna una duplice accusa è stata lanciata dal governo golpista del generale Abdourahmane Tchiani a Parigi.

Innanzitutto, i militari hanno accusato la Francia di un'intrusione nello spazio aereo del Paese con un velivolo militare dell'aeronautica di Parigi, come si legge in un comunicato dell'autoproclamato Consiglio nazionale per la salvaguardia della patria: "Le forze francesi hanno fatto decollare oggi da N'Djamena, in Ciad, un aereo militare alle 6:01 ora locale" che ha "interrotto volontariamente ogni contatto con il controllo del traffico aereo all'ingresso del nostro spazio dalle 6:39 alle 11:15 ora locale". Il Ciad è uno dei Paesi maggiormente vicini al sistema d'influenza francese in Africa e "gendarme" regionale del Sahel. Nei giorni scorsi il presidente di N'Djamena Mahamat Idriss Déby si era recato a Niamey, capitale del Niger, per colloqui con i generali golpisti volti a capire il futuro del Paese dopo la deposizione di Mohamed Bazoum. Ma la tensione resta alta e anche il Ciad è nell'elenco dei Paesi che non hanno riconosciuto la transizione di potere, fino ad oggi sostenuta solo dalle giunte golpiste di Burkina Faso e Mali.

Ma non finisce qui. Nell'escalation retorica contro Parigi, il Consiglio nazionale per la salvaguardia della patria ha lanciato un nuovo stralo contro la Francia accusando le forze transalpine presenti nell'ex colonia di aver "effettuato la scorsa notte in Niger un'operazione clandestina per liberare 16 leader terroristi" arrestati dai militari di Niamey nei mesi scorsi. Non è stato comunicato il gruppo a cui tali presunti terroristi apparterrebbero né sono state fornite ulteriori indicazioni. La mossa, in combinato disposto con la critica della presunta violazione dello spazio aereo, appare diretta a ridurre il margine di consenso per la presenza francese nel Paese e aprire la strada a un distacco da Parigi. La fine dell'Operazione Barkhane nel novembre scorso non ha coinciso con il disimpegno transalpino dal Niger e anche Macron ha dichiarato che la Francia reagirà se la giunta toccherà gli interessi del Paese nell'ex colonia. La rottura degli accordi privilegiati sull'uranio è apparsa una prima sfida a tale presa di posizione. E ora le accuse retoriche accendono ulteriormente il clima.

Politico.eu ricorda che "i golpisti hanno accusato la Francia di pianificare attacchi per cercare di liberare Bazoum. Hanno anche accusato la Francia di pianificare un intervento militare nel paese, un'accusa negata dal ministro degli Esteri francese Catherine Colonna". Anche i patti di cooperazione militare tra Parigi e Niamey sono attualmente sospesi. Lo scenario ricorda molto da vicino quello consumatosi in Mali tra il 2021 e il 2022, quando in seguito al consolidamento delle giunte golpiste le posizioni francesi furono erose dapprima con un'offensiva politica e retorica e in seguito con manovre nette di distacco del Paese dall'ex madrepatria.

In Niger tutto questo pare avvenire a velocità accelerata: e tra penetrazioni potenziali della Russia e del gruppo Wagner, potenziali buchi neri geopolitici aperti dalla destabilizzazione del Niger e impatti su temi come la stabilità regionale, il terrorismo e la crisi migratoria la destabilizzazione della Françafrique va di pari passo all'emergere di nuove incognite sul futuro della regione.

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