Politica estera

Dopo il missile in Polonia, Medvedev alza il tiro: "Si avvicina la guerra mondiale"

La versione di Mosca è chiara: le voci sui missili in Polonia sono una "provocazione". E Medvedev ha parlato di una "guerra ibrida" lanciata dal blocco occidentale contro la Russia

Dopo il missile in Polonia, Medvedev alza il tiro: "Si avvicina la guerra mondiale"
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Una "provocazione" dell’Ucraina. Un tentativo, da parte di Kiev, di scatenare uno scontro frontale tra la Russia e la Nato. Un’appendice della "guerra ibrida" che l’Occidente avrebbe dichiarato a Mosca. Sono queste le posizioni ufficiali espresse dai rappresentanti russi, in particolare dal vice rappresentante permanente della Russia alle Nazioni Unite, Dmtry Polyansky, e dall'ex Presidente russo e vice Presidente del Consiglio di sicurezza, Dmitry Mdevedev. Il missile che ha colpito Przewodow, in Polonia, ha innescato un vortice di polemiche proprio mentre in Indonesia era in corso il G20. Polacchi e ucraini hanno subito puntato il dito contro i russi che, dal canto loro, hanno respinto ogni accusa. Ci ha pensato, poi, Joe Biden a ritenere improbabile la pista dei missili russi. Anche altri Paesi della Nato, come la Turchia, hanno ipotizzato che la la Russia potesse non essere coinvolta direttamente nelle esplosioni avvenute in Polonia.

La posizione della Russia

La tensione resta tuttavia altissima, se non altro fino a quando non sarà fatta chiarezza sull’episodio. Nel frattempo i messaggi provenienti da Mosca sono emblematici. Medvedev ha affidato i suoi pensieri a Twitter, scrivendo che "lanciando una guerra ibrida contro la Russia, l'Occidente si avvicina alla guerra mondiale". Solite minacce unite a previsioni nefaste per il blocco occidentale.

Polyansky, sempre su Twitter, ha invece definito le accuse rivolte alla Russia da Volodymyr Zelensky "una classica provocazione" del "regime di Kiev che sogna di provocare uno scontro militare diretto fra la Nato e la Russia per salvare l'Ucraina dall'inevitabile sconfitta". La lettura russa sulle esplosioni avvenute in Polonia è chiara: nessuna responsabilità di Mosca quanto, piuttosto, un goffo tentativo ucraino di allargare il conflitto accusando la Federazione Russa.

Nelle ore successive è arrivato anche il commento di Dmitry Peskov. Secondo quanto dichiarato dal portavoce del Cremlino, la Russia non ha "nulla a che fare" con il missile caduto in Polonia e ha precisato che si tratta di un S-300 ucraino. Il Cremlino, inoltre ha accolto con favore "la moderazione" della reazione americana.

"In questo caso, dobbiamo notare la reazione misurata e più professionale della parte americana", ha detto alla stampa Peskov, denunciando "l'isteria" di "alti funzionari di diversi Paesi". "La Russia non ha nulla a che fare con l'incidente accaduto in Polonia", ha quindi ribadito il portavoce.

Indagini in corso

Le parole di Biden hanno raffreddato la pista russa ma l’episodio è ancora, in parte, avvolto nella nebbia. Dopo le consultazioni avvenute nelle ultime ore è pur vero che altri Paesi hanno dimostrato di condividere la lettura del presidente statunitense, almeno per il momento. Recep Tayyip Erdogan, ad esempio, ha affermato che l'incidente missilistico in Polonia "potrebbe essere un errore tecnico".

Le smentite della Russia "sono importanti", ha insistito il presidente turco, aggiungendo che "potrebbe esserci stato un incidente tecnico o qualcos'altro". Peraltro, a fornire l'informazione relativa a una possibile "incidente tecnico" sarebbe stato il cancelliere tedesco Olaf Scholz. "Dire che si tratta di un missile russo sarebbe una provocazione. Stiamo facendo ogni sforzo per portare Ucraina e Russia al tavolo dei negoziati. Le provocazioni non aiutano", ha proseguito Erdogan.

Massima allerta

In attesa di ulteriori sviluppi l’esercito polacco è in massima allerta. Anche perché questo incidente, che ha provocato due morti, rafforza i timori di un'escalation del conflitto. Dopo una riunione d'emergenza durata quasi un'ora, i capi di Stato o di governo del G7 (Stati Uniti, Francia, Germania, Regno Unito, Italia, Canada, Giappone) e della Nato hanno dato il loro "pieno appoggio" alla Polonia in un comunicato stampa. E hanno stabilito di "rimanere in stretto contatto per determinare i prossimi passi sulla base delle indagini".

La Polonia (ricordiamo: membro della Nato) ha parlato di un missile "di fabbricazione russa", mentre Kiev ha subito puntato il dito contro Mosca. Tanto è vero che Zelensky, rivolgendosi nuovamente ai partecipanti al vertice del G20 con un discorso, ha usato toni inequivocabili: "Fra voi c'è uno stato terrorista".

Chiaro il riferimento a Sergei Lavrov, rappresentante della Russia.

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